2013: un "tempo di Grazia"

Consegnato a noi dalla Sapienza dell’Altissimo, attraverso il Cuore di sua Madre

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Fortunatamente abbiamo evitato, almeno per il momento – con buona pace degli incolpevoli Maya, ma soprattutto dei soliti catastrofisti nostrani – la immane sciagura, annunziata per il 21 dicembre scorso. Si riprende così la vita, la solita vitaccia, come si suole familiarmente dire, con i suoi ritmi, i suoi impegni, la sua fatica quotidiana, ma anche le sue gioie, piccole o grandi che siano.

L’insondabile mistero dell’uomo continua e continuerà a suscitare domande, sul nostro destino, sull’oggi, sul domani, nella ricerca instancabile di convincenti risposte. La tentazione più ricorrente è quella di gettare poi la spugna, di scrollare le spalle e di rassegnarsi, di “lasciarsi vivere”, subendo il peso della esistenza, quasi fosse una malattia necessaria. Assorbiti dai tanti problemi contingenti, ci preoccupiamo, alla fine, unicamente del presente, sempre più incalzante e invadente, con la crisi economica che incombe, evitando di andare, con il pensiero, appena un pochino al di là dei nostri limitati orizzonti. Qualcosa, però, ci dice che è necessario fermarci a riflettere, per “fare il punto” della situazione, riorganizzando la vita intorno a ciò che è essenziale e che veramente vale: soprattutto all’inizio di un anno nuovo, che comincia timidamente a muovere i suoi primi incerti passi.

La Chiesa stessa avanza peregrinante nel tempo, tra le consolazioni di Dio e le innumerevoli prove della Storia. Essa cammina per le vie della Grazia, sostenuta dalla misteriosa presenza del Signore. Certo, nessuno di noi è sottratto alla tentazione, al rischio di sbagliare o di cedere alle proprie debolezze, ma sempre ci è offerta, dalla Misericordia del Padre, una opportunità in più per ripartire, con entusiasmo e con rinnovato vigore. Non ci basiamo sulle nostre capacità, sul nostro estro e sulla nostra creatività, quanto piuttosto sulla fedeltà di Dio, che non viene mai meno.

Il criterio della comunità cristiana è quello di “camminare insieme”, perché ci scopriamo fratelli, animati e guidati dal medesimo Spirito, che feconda i cuori di una speranza nuova. È lo Spirito che aleggiava sulle acque, alla Creazione del mondo e che plasmò ogni essere, nel suo soffio vitale; è lo stesso Spirito che formò Gesù nel seno di sua Madre e che continuamente anima la Chiesa, la sostiene nelle persecuzioni, la purifica dal peccato dei suoi figli. È lo Spirito che, pur in un’epoca di grande confusione morale ed esistenziale, come la nostra, indica ancora la meta e la strada da percorrere.

L’ “anno che verrà”, ormai affacciato sul quadrante della Storia -comunque sia e comunque sarà- è “tempo di Grazia”, perché ci è affidato, giorno dopo giorno, dalle mani e dalla Sapienza dell’Altissimo, che tutto dispone per un fine di Bene. L’anno che verrà, anzi che è già venuto, non è che una “riedizione” -sempre nuova, unica e originalissima- dell’impegno preso da Dio verso di noi.

Gesù ci invita a trarre ancora, dal tesoro del cuore, “cose nuove e cose antiche” (Mt 13,52), attingendo alla fonte di una ricchissima Tradizione, di Fede e di autentica umanità, consegnataci dalla Chiesa. È un patrimonio di Bene che ci precede e che illumina gli oscuri sentieri della Storia. Il “tesoro del cuore” è anche la nostra personale esperienza della provvidenza di Dio, della nostra povertà e del suo inesauribile perdono. È la coscienza dei nostri innumerevoli limiti, ma anche lo stupito riconoscimento di possedere risorse insospettate, fantasia ed energia per ripartire ancora, per riempire i giorni e i mesi che verranno di amore, di fervore, di opere sante a gloria di Dio e a beneficio dei nostri fratelli. La sapiente armonia tra un passato tutto da riscoprire e un futuro da edificare insieme –con il Signore e con i nostri compagni di viaggio- deve essere il vero capitale di ciascuno, contemplato nella fecondità tenerissima e materna del Cuore immacolato di Maria e ricevuto dalle mani della Chiesa.

La Parola di Dio contiene –per chi ha ancora la pazienza e l’umiltà di ricercare- la segreta risposta alle nostre attese e alle nostre domande: non le banalizza, con facili ricette o con formule sbrigative. Propone, invece, una lettura diversa dei fatti e degli avvenimenti, offrendo un orizzonte infinitamente più bello e più affascinante di quello abituale. La vita è dono del Cielo, proviene dal Cuore di Dio; ci è affidata, con trepidazione, dalle mani dell’Altissimo, perché a Lui sia riconsegnata, alla fine, ricca di meriti e di buone opere, che la Sua Misericordia ci ha dato la grazia di compiere. Spetta a noi valorizzare il tempo, “moltiplicare il tempo”, come saggiamente suggeriva un santo sacerdote. Donandolo a Dio, lo ritroveremo centuplicato e santificato, sentiero aperto per il Cielo e già –pur nella prova quotidiana- consolazione in terra, pegno di una Eternità di pace.

* Padre Mario Piatti, ICMS, è direttore del mensile Maria di Fatima.

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Mario Piatti

Padre Mario Piatti, I.C.M.S., è direttore del mensile Maria di Fatima

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