Lettura

La presenza di Gesù nella sinagoga e il suo intervento potente provoca la sorpresa dei presenti, perché Egli insegna con autorità e poi scaccia il demonio immondo dall’uomo posseduto. L’episodio di Cafàrnao è un segno forte della venuta del Regno di Dio che, in Gesù Cristo, si rende presente in un modo unico. E dove c’è Lui non può sussistere il regno delle tenebre.

Meditazione

La schiettezza della narrazione di Marco ci colpisce e ci permette di rivivere con intensità questo episodio della vita di Gesù, all’inizio del suo ministero pubblico. La sua figura irrompe nella storia del popolo d’Israele con soavità e con forza. Con soavità, perché Egli appare come un “figlio dell’uomo”, cioè uno come altri, come tanti. Ma anche con forza, perché la sua presenza è potente e non lascia indifferenti. Il testo dice letteralmente che: «erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi». L’espressione è forte, perché gli scribi erano precisamente gli studiosi e gli interpreti ufficiali della Scrittura, che dovevano trasmettere al popolo gli insegnamenti di Dio. Gesù, invece, possiede un’autorità propria, che non deriva solamente dalle qualità e dai mezzi umani. È l’autorità che deriva da Dio, Dio presente in mezzo agli uomini. Ed è un Dio misterioso, che non si impone schiacciando la volontà umana, la libertà dell’uomo, ma che si abbassa fino a farsi “uno in mezzo a noi”. Il testo della lettera agli Ebrei di oggi riporta una bellissima espressione, parlando del modo in cui Gesù Cristo si è umiliato fino alla morte a vantaggio di tutti. Dice, infatti: «per questo non si vergogna di chiamarli fratelli». Sì, Dio, in Gesù Cristo, non si è vergognato di chiamarci suoi fratelli e di camminare in mezzo a noi e di farsi, anzi, l’ultimo di tutti. Dicono che un giorno, un giornalista, stupito di come Madre Teresa trattasse i lebbrosi, ad un certo momento le disse: «Io non lo farei neanche per un milione di dollari»; e Madre Teresa rispose: «Neanch’io!». La differenza sta nello scoprire nei nostri fratelli la presenza di Colui che, pur avendo un’autorità unica, non si è vergognato di chiamarci suoi fratelli. Dove poi comincia a sorgere la luce di Dio, si diradano le tenebre e non può più sussistere il regno di Satana, ma fugge. Lasciamo che la presenza dell’amore di Dio invada pienamente anche la nostra vita. 

Preghiera

Signore Dio nostro, fa’ che i tuoi fedeli, formati nell’impegno delle buone opere e nell’ascolto della tua parola, ti servano con generosa dedizione liberi da ogni egoismo, e nella comune preghiera a te, nostro Padre, si riconoscano fratelli.

Agire

Oggi cercherò di essere come Gesù Cristo, fratello dei miei fratelli, di tutti. Cercherò di far sorgere nei cuori delle persone che stanno intorno a me il sole che allontana le tenebre.

Meditazione del giorno a cura di padre Paolo Cerquitella, LC, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it