di Antonio Gaspari
ROMA, sabato 25 febbraio 2012 (ZENIT.org).- “La ricostruzione storica che emerge da questa ricerca non ha il senso di una esposizione museale su di un passato che non c’è più. Al contrario, essa ci richiama all’esercizio della carità, vuole far trasparire lo Spirito da cui tale storia era animata, così che possa continuare a pervadere la realtà degli oltre 15 mila servizi sociali e sanitari che la Chiesa attualmente continua a sostenere in Italia. Occorre leggere il passato sapendo che in esso sono disseminati semi di speranza per un nuovo domani, per impiantare nuove presenze a favore del popolo italiano”.
Con queste parole il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato è intervenuto oggi 25 febbraio a Roma al convegno “Per carità e per giustizia.Il contributo degli istituti religiosi alla costruzione del welfare italiano”
Organizzato in Campidoglio nella sala della Protomoteca dalla Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori (CISM, 22 mila religiosi), dall’Unione delle Superiori Maggiori d’Italia (USMI, 80 mila religiose), dalla Fondazione Roma-Terzo Settore e dalla Fondazione “Emanuela Zancan” onlus di ricerca scientifica di rilevante interesse sociale, il convegno intendeva presentare il volume “Per carità e per giustizia: il contributo degli istituti religiosi alla costruzione del welfare italiano” (curato dalla Fondazione “E. Zancan”) che contiene studi, esperienze e dati sulle innovazioni introdotte nei 150 anni dell’Unità di Italia dai religiosi e dalle religiose.
Trattasi di una storia ricca e documentata dell’assistenza in Italia, dalla parte degli ultimi, e un quadro degli interventi e delle prestazioni “inventate” dalla Chiesa e trasfuse poi, negli anni, nella legislazione sociale italiana.
Il cardinale Segretario di Stato ha raccontato chel’idea di realizzare questa ricerca è nata durante il Convegno dei religiosi svoltosi ad Assisi nell’ottobre del 2009, sul tema “Il Vangelo nelle opere di carità e nelle attività sociali dei Religiosi in Italia”.
Allora, in collaborazione con la Fondazione “Emanuela Zancan”, venne proposta una prima rilevazione delle opere socio-assistenziali e socio-sanitarie dipendenti da Ordini e Congregazione religiose, con l’intento di interrogarsi su quanto tali iniziative avessero inciso effettivamente ed in profondità nella società civile.
Nel volume si racconta la storia delle Innumerevoli forme della carità suscitate dallo Spirito Santo nella Chiesa attraverso l’intelligenza e la generosità di tante donne e di tanti uomini dell’Italia unita.
“Mossi dal solo desiderio di seguire il Signore Gesù e nulla anteponendogli, nel quotidiano esercizio delle virtù, - ha precisato il cartidnale Bertone – i religiosi hanno speso senza riserve la propria vita per i fratelli, dando spesso prova di santità”.
Secondo il Segretario di Stato della Santa Sede “Quello che era stato anticipato dagli Istituti religiosi in forma di impegno volontario, con quella gratuità che da 2000 anni è cifra della carità cristiana e della prassi della Chiesa, è stato assunto a modello nel processo di costituzione del moderno welfare ed è confluito così in quel patrimonio di umanità che oggi lo Stato garantisce attraverso il suo stato sociale”.
L’instancabile impegno per la promozione ed il riconoscimento della dignità di ogni uomo che è andato così delineandosi – e a cui ancora oggi concorrono i 22.000 religiosi e le 80.000 religiose presenti nel nostro Paese – ha sottolineato il porporato - è ben sintetizzato dal titolo di questo volume: “Per carità e per giustizia”.
Circa il ruolo dei religiosi oggi, il cardinale Bertone ha concluso ricordando l’Enciclica “Deus caritas est” quando afferma che “non c’è nessun ordinamento statale che possa rendere superfluo il servizio dell’amore”.