di Salvatore Cernuzio
ROMA, giovedì, 2 febbraio 2012 (ZENIT.org) – Sulle note di Va’ pensiero e dell’Inno d’Italia, si è conclusa, ieri mattina, la mostra libraria “Le radici cristiane dell’Italia unita”, organizzata dalla Pontificia Università Lateranense come contributo al 150° anniversario della proclamazione del regno d’Italia.
Una mostra di libri antichi e moderni che ha ricevuto grandi onori e soddisfazioni: innanzitutto la visita, alle 10.15, del presidente Napolitano, accompagnato da una delegazione di consiglieri, e la presenza all’evento di chiusura, nella seconda parte della mattinata, del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi.
Ha aperto la cerimonia il caloroso saluto di mons. Enrico dal Covolo, rettore dell’Ateneo, che ha spiegato come il titolo e i contenuti della mostra si siano “ispirati al Messaggio del Santo Padre inviato al Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano”, in cui il Papa richiamava l’attenzione del popolo italiano “sul fondamentale apporto dei cattolici alla formazione dell’identità nazionale, sfociata in seguito in unità politica”.
A tal proposito, ha dichiarato il rettore, “sono stati utilizzati nell’allestimento tutti quei documenti, quelle pagine e quei testi, contenuti nelle preziose raccolte librarie della Biblioteca Beato Pio IX della nostra Università, che hanno scolpito nel cuore degli Italiani il sentimento d’appartenenza”.
Obiettivo principale dell’esposizione, ha spiegato ancora, è stato “far conoscere agli Italiani di oggi - specialmente ai giovani che si orientano nelle scelte culturali e professionali - l’impegno degli Italiani di ieri nel perseguire, con la fede cristiana, gli ideali che hanno concorso a fondare la Nazione”.
È seguita poi la visione di un video che ha mostrato il percorso svolto dall’esposizione attraverso le istantanee più significative e brevi filmati, sin dalla sua inaugurazione del 9 novembre 2011 da parte del sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
Un riferimento particolare è andato, inoltre, al “contributo offerto dai cosiddetti ‘Santi sociali’ dell’Ottocento italiano”, come ha ricordato mons. dal Covolo, sottolineando che “una menzione di speciale riconoscenza e affetto è da tributare a san Giovanni Bosco, santo Fondatore dei Salesiani” di cui ieri ricorreva la memoria liturgica.
“Non a caso abbiamo voluto collocare questo incontro all’indomani della festa di don Bosco – ha rimarcato il vescovo – un ‘santo sociale’ che ha segnato profondamente la formazione professionale e culturale di tanti giovani italiani con le sue opere di solidarietà e promozione umana”.
“Ha speso la sua vita a formare il buon cristiano e l’onesto cittadino” ha proseguito don Francesco Cereda, Consigliere generale della Congregazione religiosa fondata da san Giovanni Bosco, intervenuto a nome del Rettore Maggiore dei Salesiani. “Il suo apporto alla costruzione della cittadinanza italiana è stato unico: è arrivato a scrivere una storia d’Italia per i suoi giovani in modo da fargli conoscere e apprezzare la grandezza del nostro Paese”.
A chiudere in bellezza la cerimonia: l’intervento, tanto atteso, del ministro Ornaghi che, prima di visitare la mostra, insieme al rettore, ha ricevuto in omaggio il Catalogo edito dalla casa Scripta Maneant, in collaborazione con la Lateran University Press, già donato precedentemente a Benedetto XVI e al presidente Napolitano.
“Il buon cittadino è un buon cristiano - ha ribadito il ministro -. Bisogna ritornare a quella pratica di virtù che è tradizione secolare del cattolicesimo ma anche dell’Europa”.
“Nessuna storia ci sarebbe stata senza le radici cristiane – ha proseguito -. Esse non sono una parte della storia, ma la parte di tutto ciò che è l’aspetto più importante e significativo delle attuali forme di Stato”.
Intervistato da TV 2000, Ornaghi ha poi affermato: “Ritornare alle radici cristiane può aiutare a raccogliere le sfide del futuro e recuperare la pratica del bene comune”.
Presenti, inoltre, alla cerimonia: il Bibliotecario generale dell’Ateneo, Paolo Scuderi; l’Arcivescovo di Gaeta, S.E. mons. Fabio Bernardo D’Onorio e il vescovo eletto Lorenzo Leuzzi.