di Pietro Barbini
ROMA, martedì, 28 gennaio 2012 (ZENIT.org) - Esattamente un anno fa, la sera di lunedì 28 febbraio 2011, a Monaco di Baviera, si spegneva inaspettatamente Antonio “Toni” Spandri, all’età di 67 anni.
Padre di 10 figli, 35 nipoti, catechista itinerante del Cammino Neocatecumenale, era stato responsabile dell’evangelizzazione in Germania e in Olanda. Negli ultimi anni, assieme alla moglie Bruna, seguiva con dedizione la pastorale vocazionale dei seminari Redemptoris Mater e le missio ad gentes.
Nato a Venezia nel 1943 e laureato in legge, Toni dedicò tutta la sua vita al servizio della Chiesa. Fece parte della FUCI e, proprio in quel periodo, cominciò ad interessarsi allo studio della teologia; fu tra l’altro allievo di don Germano Pattaro e, fin da subito si distinse per il suo profondo pensiero teologico.
Toni era convinto che la “battaglia” che i cattolici dovevano intraprendere non era quella dettata dalla forza, impugnando la “spada”, ma quella interiore, ossia, la cosiddetta “buona battaglia della fede”, che doveva essere affrontata attraverso un cammino di “discesa”, alla riscoperta del sacramento del battesimo, alle radici della fede cristiana.
Sentiva che nel trambusto e nella confusione di quegli anni tumultuosi, bisognava fare qualcosa; voleva servire la Chiesa, ma non capiva in che modo. Dopo essersi sposato decise, assieme alla moglie, di andare a studiare teologia a Tubinga, in Germania, con l’allora professor Joseph Ratzinger, che seguiranno poi a Regensburg, quando quest’ultimo si trasferì.
In quegli anni conobbero anche Stefano Gennarini, loro compagno di studi, attraverso il quale verranno a conoscenza dell’esperienza del Cammino Neocatecumenale. Tornati a Venezia i coniugi Spandri introdussero il Cammino nella diocesi veneziana con l’appoggio dell’allora cardinale Albino Luciani, formando la prima comunità neocatecumenale, nella parrocchia di Santa Maria Formosa, della quale Toni sarà eletto responsabile.
Successivamente Toni e Bruna, assieme a Stefano Gennarini, raccontarono la loro esperienza del Cammino al prof. Ratzinger, con il quale si tennero sempre in contatto (nel 2010 Toni e Bruna parteciparono all'incontro annuale che il Santo Padre tiene ogni anno a Castel Gandolfo, incontrando i suoi alunni per tre giorni, i quali, in quell'occasione, suggerirono il “tema” che il Papa adottò per il 2011, ossia, la "Nuova evangelizzazione").
Nel 1974, colpiti dalla parole del Vangelo “va', vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”, presero la decisione di lasciare Venezia e di dedicare la loro vita all’evangelizzazione.
Lasciarono dunque tutto quanto era in loro possesso, la redditizia attività ereditata dalle facoltose famiglie e una promettente carriera di avvocato, per Toni, presso l’avviato studio legale del padre.
Abbandonati tutti i loro beni, seguirono Cristo, nella convinzione che solo così avrebbero fatto una vera esperienza di Dio, sicuri che Lui li avrebbe protetti da qualsiasi pericolo e difficoltà e che avrebbe provveduto a tutti i loro bisogni, come d'altronde è stato.
Si recarono dunque nella Germania comunista, dove evangelizzarono per le strade e per le parrocchie, aprendo il Cammino Neocatecumenale con l’appoggio del “loro” professore, Joseph Ratzinger, allora arcivescovo di Monaco.
Vissero anni difficili, patirono la fame, il freddo e numerosi disagi; attraversarono più volte il check point Charlie, rischiando spesso la vita, e passarono più di qualche nottata in cella interrogati dai Vopos, le guardie comuniste.
Nonostante le numerosissime difficoltà incontrate nel corso della loro vita, le avversità e le non poche tribolazioni patite, la loro fede non vacillò mai, niente e nessuno impedì a Toni e a Bruna di svolgere la loro missione di evangelizzazione, come testimoni dell’amore di Dio.
Proprio alla morte di Toni, la moglie scrisse in una lettera “il Signore, che gli ha donato di portare per 40 anni la Croce di Cristo nell’evangelizzazione, gli ha donato anche di trovare ristoro in Lui! Cristo è veramente risorto!”.
Attraverso la sua vita, Toni ci ha lasciato una grande testimonianza di fede: seguire Cristo non è una “fregatura”, ma Egli veramente ti restituisce cento volte tanto.
La Provvidenza Divina esiste e nella vita di Toni questo era palpabile; il Dio dei cristiani è un Dio della storia, che agisce concretamente nella vita dell’uomo, perché Cristo è Risorto e vivo in mezzo a noi.
Toni Spandri con la sua vita, prima ancora che con le parole, ci ha testimoniato quindi la veridicità delle parole del Vangelo: “Chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”.