Madre Marianne di Molokai: l'amica dei lebbrosi

La storia della missionaria tedesca emigrata alle Hawaii

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di Anita Bourdin

ROMA, venerdì, 17 febbraio 2012 (ZENIT.org) – Domani, sabato 18, Benedetto XVI annuncerà la data della canonizzazione di Madre Marianna Cope.

Monaca tedesca delle Suore del Terz’Ordine Francescano di Syracuse (New York), Madre Marianna trascorse molti anni al servizio dei lebbrosi di Molokai, nelle Isole Hawaii, tanto da essere rimasta alla storia come “Madre Marianna di Molokai”.

Barbara Kobb, questo il suo vero nome, nacque il 23 gennaio 1838 a Heppenheim, in Germania, in una famiglia di umili contadini.

I suoi genitori, Peter Kobb e Barbara Witzenbacher, emigrarono nel 1840 negli Stati Uniti, stabilendosi in Utica (NY), quando la bambina aveva 3 anni, cambiando il cognome da Kobb in Cope.

Da adolescente lavorò in fabbrica per aiutare ai bisogni della famiglia; frequentò la Scuola parrocchiale di San Giuseppe a Utica, dove fece la Prima Comunione nel 1848.  

In quest’ambiente fiorì la vocazione alla vita consacrata: all’età di 15 anni, sentì il desiderio di entrare in convento, ma le condizioni economiche della famiglia e la malattia dei genitori non permisero il suo allontanamento.

Nel 1860, alcune Suore di San Francesco di Philadelphia vennero a Utica. All’età di 24 anni, quindi, Barbara realizzò la sua aspirazione, entrando nell’Istituto delle Suore del Terz’Ordine Francescano di Syracuse e ricevendo, dopo qualche anno, i voti con il nome di Marianna.

L’apostolato nella Congregazione consisteva principalmente nell’educazione dei figli di immigrati tedeschi e Marianna fu incaricata di dirigere una nuova scuola.

Più tardi la comunità fondò i primi ospedali generali negli Stati Uniti, che godettero subito di grande fama, tanto da arrivare a fondarne poi cinquanta.

Le sorelle offrivano assistenza a tutti i pazienti senza distinzione e madre Marianna svolse il delicato compito di prendersi cura soprattutto di alcolisti e madri abbandonate, perché sentiva la vocazione a svolgere il suo servizio tra i “più poveri dei poveri”.

Nel 1877 fu eletta Madre Provinciale della sua congregazione, riconfermata all’unanimità quattro anni dopo. Nel 1883, giunse alle suore una richiesta del vescovo di Honolulu, che girava a sua volta una petizione del re delle Isole Hawai nell’Oceano Pacifico, dove venivano richieste delle infermiere per curare i lebbrosi abbandonati del regno.

La situazione infatti era critica: 50 comunità religiose avevano rifiutato la richiesta e padre Damiano de Veuster, che aveva scelto di vivere in quelle condizioni precarie, insisteva sul fatto che la presenza delle suore era necessaria. I malati strappati dai familiari e dai loro villaggi, venivano infatti portati nell’isola solitaria di Molokai dove non esistevano edifici idonei né assistenza sanitaria.

Madre Marianna diede la sua disponibilità, scegliendo sei suore con le quali partire per fondare una Missione delle Suore del Terz’Ordine Francescano prima ad Honolulu e poi a Molokai.

Collaborò con il governo per istituire ospedali in varie isole dell’arcipelago e nel 1884 aprì infatti il primo Ospedale generale sull’isola di Maui. Nello stesso anno, padre Damiano de Veuster aveva contratto la lebbra. Morì nel 1889, assistito fino all’ultimo dalle suore.

L’intero lavoro organizzativo passò dunque a Marianna, la quale, nonostante l’insistenza delle altre suore di tornare in America, scelse di restare a Molokai dimettendosi dall’incarico di Superiora Provinciale.

Rimase per trent’anni in un “esilio” volontario nell’isola di Molokai, servì lì i lebbrosi e fondò due case separate per i loro figli, per farli crescere in condizioni più igieniche in modo da farli inserire da sani nella società una volta adulti.

Gli storici del suo tempo ne parlavano come di una “religiosa esemplare, straordinaria nel cuore”, ma la stessa diceva di essere solo una persona che “cercava di fare la volontà di Dio”, senza ottenere alcun riconoscimento. Il suo motto era infatti “Solo Dio”.

Morì a Molokai il 9 agosto 1918 ad 80 anni. La sua fama di santità crebbe costantemente dopo la sua morte, tanto che nel luglio 1983 la Santa Sede diede il nulla osta per l’inizio della Causa di Beatificazione.

Il 19 aprile 2004 venne dichiarata ‘venerabile’ e il 14 maggio 2005 fu proclamata beata dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.

[Traduzione dal francese e rielaborazione a cura di Salvatore Cernuzio]

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ZENIT Staff

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