Chiesa e società: un'alleanza per i diritti dei bambini

Don Fortunato Di Noto interviene al Simposio “Verso la guarigione e il rinnovamento”

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di Anita Bourdin

ROMA, martedì, 7 febbraio 2012 (ZENIT.org) – Tra i partecipanti al simposio internazionale Verso la guarigione e il rinnovamento, organizzato dalla Pontificia Università Gregoriana, figura don Fortunato Di Noto. Fondatore dell’associazione Meter Onlus, don Di Noto è una delle più illustri personaggi impegnati nella lotta contro la pedofilia.

Quale contributo Meter apporta alla lotta contro la pedofilia nella società?

Don Di Noto: Ogni anno offriamo alla Società e alla Chiesa il Report Meter che racchiude l’impegno coerente e reale nella lotta alla pedofilia, alla pedopornografia online e agli abusi sui bambini. Numeri che raccontano l’aiuto concreto alle vittime (circa 1000) aiutate durante 21 anni di impegno; oltre 100.000 siti pedofili denunciati, centinaia di migliaia di incontri con i giovani nelle scuole, con le famiglie. Le diocesi italiane ed estere sono sempre più coinvolte non solo in incontri periodici di formazione, ma anche di progettazione secondo il modello e il carisma di Meter. Del resto Meter non nasce dall’emergenza pedofilia nella Chiesa, ma nasce un ventennio fa, nella comunità parrocchiale di cui sono parroco, per dare concrete risposte in una visione di pastorale di prossimità per chi è violato, da preti e da non preti. Abbiamo promosso nuove norme legislative, offriamo la nostra competenza al Parlamento italiano, Europeo e abbiamo collaborato con il Giappone e altri Paesi per migliorare il contrasto alla pedofilia. Sappiamo di fare tanto ma dobbiamo fare di più.

Adesso lei apporta la sua esperienza e competenza al congresso della PUG: rinnovamento e guarigione sono possibili?

Don Di Noto: Incontrare, ascoltare, confrontarsi è cosa buona. Una comunità ecclesiale che si muove per dare risposta allo scandalo della pedofilia è sempre significativa e pedagogicamente rinnovativa. Abbiamo iniziato a comprendere che il “vangelo ci interpellava” e l’innocenza dei bambini calpestata e violata non poteva più continuare. La percezione che sento è che è stato un vero e proprio scandalo, un terremoto, uno tsumani: Dio Padre non poteva sopportare il grido degli innocenti. Anche se da tempo c’erano i segnali di un vero e proprio “cambiamento”. Si passi poi dal simposio all’opera pastorale – cosa che già avviene in diversi parti del mondo – ma che richiede oggi non solo azioni globali, ma profezie che sappiano “denunciare” e difendere i diritti dei bambini. Una Chiesa – la Chiesa – si rinnoverà sempre di più partendo dal bambino crocifisso. È arrivato il tempo di una svolta nel campo educativo, formativo, nei seminari, nelle comunità religiose: abbiamo bisogno di uomini e donne autentiche, generose, forte che sappiano dare – già tanti lo fanno – la vita per i piccoli e i deboli e non permettere che qualcuno rubi la vita degli innocenti.

La società ha preso la misura di questo fenomeno?

Don Di Noto: Il fenomeno è trasversale, complesso, dinamico ma devastante per chi lo subisce. È un problema culturale. Una società che lotta la pedofilia è spesso una società ipocrita che è pedofobica (ha paura dei bambini e nega il diritto di esserlo!) ed anche erotizzata basti pensare a come reagisce quando c’è uno operazione di polizia. Indignazione, ma che se ne parli poco. Se tutti, anche qui al Simposio, vedessero almeno una volta nella vita le foto pedofile che circolano in rete di centinaia di miglia di bambini e bambine, si solleverebbe veramente il mondo.

Nella Chiesa, il fenomeno provoca scandalo: come prevenire?

Don Di Noto: Nella pastorale ordinaria ci sia anche la “protezione dei bambini”, non solo una pastorale sacramentale, ma in quella della evangelizzazione ci sia sempre l’ardire e l’ardore della autentica dottrina sociale della Chiesa che parla e agisce a difesa dei piccoli
e dei deboli. Incontri, convegni, percorsi educativi. Non siamo indietro, dobbiamo andare avanti. Ogni comunità cristiana sia sentinella, ma anche maestra per indicare buone cose.

La Santa Sede chiede ad ogni conferenza episcopale di mobilitarsi con strategie. Quali sono le misure le più importante da prendere?

Don Di Noto: Attendo anch’io dal Simposio delle indicazioni. Ci saranno delle ricadute, ne sono certo, non solo nelle comunità ecclesiali rappresentate dai vescovi presenti, ma anche nella società Chiesa e Società, in questo campo devono camminare insieme, non contrapporsi, non arroccarsi su posizioni, ma agire insieme, nel rispetto delle competenze.

Questo lavoro della Chiesa può aiutare la società?

Don Di Noto: La Società, mi chiedo, può aiutare la Chiesa? Credo di sì. Pur riconoscendo alla Chiesa un ruolo millenario nella educazione e nella formazione delle coscienze, non dimentichiamo che la società ha offerto risposte – almeno in questo campo – più puntuali e strategicamente forti. Penso alla rete internet, la rete – insieme – collaborativa può fare di più. Meter è a completa disposizione di chiunque chiede percorsi ed esperienza (www.associazionemeter.org).

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ZENIT Staff

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