di Britta Dörre
ROMA, sabato, 4 febbraio 2012 (ZENIT.org) – Anna Delle Foglie, storica dell’arte e studiosa, ha pubblicato recentemente in un libro la sua ricerca sulla Cappella Caracciolo del Sole, a Napoli. Intervistata da ZENIT ci ha spiegato i particolari di questo meraviglioso monumento.
Dottoressa Delle Foglie a quali nuovi risultati ha portato la sua ricerca?
Delle Foglie: Il vero risultato è la pubblicazione del libro stesso, in quanto “inspiegabilmente” mancava nel panorama editoriale italiano uno studio dedicato a quella che si può definire la più bella cappella tra Tardogotico e Rinascimento nell’Italia meridionale.
Qual è la storia della Cappella Caracciolo del Sole?
Delle Foglie: È una lunga storia. Innanzi tutto la cappella è parte del complesso monumentale di San Giovanni a Carbonara, un vero scrigno di arte dal Trecento al Cinquecento. La chiesa degli Eremitani di Sant’Agostino fu scelta dai sovrani d’Angiò Durazzo, Ladislao e Giovanna II, come “ecclesia reale”: l’ edificio destinato a trasmettere la memoria della loro permanenza sul trono.
All’interno nella parte terminale della navata si erge il maestoso mausoleo di Ladislao, la grandiosa e scenografica macchina di marmo terminante con la statua equestre del re condottiero. Si attraversa il monumento funebre per giungere con un effetto scenografico alla cappella di Sergianni Caracciolo del Sole, il Gran Siniscalco del Regno.
La vasta decorazione della cappella è uniforme, cioè dello stesso periodo? In tal caso chi sono gli artisti più importanti che hanno contribuito?
Delle Foglie: La decorazione in affresco della cappella si deve a due artisti, dalle differenti personalità: Leonardo da Besozzo, che giunge a Napoli dopo il 1421, anno in cui è documentata la sua attività al Duomo di Milano a fianco del padre Michelino da Besozzo, noto pittore e miniatore lombardo, e Perinetto da Benevento artista da un lato legato alla tradizione locale e dall’altro aperto alle novità della pittura catalana importata a Napoli.
Qual è, invece, il programma iconografico? Ci sono dei motivi rari o particolari?
Delle Foglie: La cappella a pianta centrale è dedicata alla Natività di Maria ed è quindi decorata dalle Storie della Vergine: Natività di Maria, Annunciazione, Presentazione al tempio, Dormitio Virginis e Incoronazione.
Un motivo di particolare interesse è il ciclo con le “Storie di eremiti” che rappresenta un unicum nel panorama artistico meridionale. Si tratta infatti di una rielaborazione in chiave agostiniana delle vite dei Santi Padri del deserto, figure di eremiti come Sant’Antonio Abate e Paolo di Tebe, e scene di vita quotidiana del deserto nella cosiddetta Tebaide egiziana.
La cappella appartiene alla famiglia Caracciolo: dove si vedono i riferimenti alla politica di famiglia?
Delle Foglie: La cappella celebra l’immagine dei committenti in più occasioni: dai ritratti di Sergianni Caracciolo negli affreschi, fino al mausoleo dello stesso Siniscalco – altra opera degna di nota per la scultura del Rinascimento – suggellato dai versi dedicatori del celebre umanista Lorenzo Valla. Emblemi e segni araldici sono in ogni parte decorativa della cappella.
Stilisticamente la cappella rappresenta l’epoca nella quale è stata decorata? Si vedono influssi stilistici di altre zone?
Delle Foglie: Dal punto di vista stilistico, la cappella rappresenta un importante esempio dello stile tardogotico. Seppure, infatti, la cronologia degli affreschi si può assegnare tra il terzo e quarto decennio del Quattrocento, la formazione lombarda di Leonardo da Besozzo dona alle immagini una connotazione tipicamente nordica. Non va, a tal proposito, trascurata la presenza a Napoli di artisti come Pisanello.
Esiste una differenza stilistica fra il rinascimento a Napoli e a Roma?
Delle Foglie: Il Rinascimento a Napoli ha altri riferimenti rispetto a quello romano , basti pensare al ruolo del nuovo sovrano Alfonso d’Aragona e agli influssi della sua cultura mediterranea. Tuttavia un passaggio tra Napoli e Roma viene affrontato nel libro in merito alla cosiddetta Cronaca Crespi, il codice degli Uomini illustri miniato e firmato da Leonardo da Besozzo e, per l’occasione, pubblicato per la prima volta a colori. L’importanza di questo codice consiste nell’ essere una testimonianza dei perduti affreschi di Masolino da Panicale nel Palazzo di Montegiordano Orsini a Roma.
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Anna Delle Foglie, La Cappella Caracciolo del Sole a San Giovanni a Carbonara, presentazione di P. Robert F. Prevost, saggio introduttivo di Gennaro Toscano, Jaca Book – Centro Culturale Agostiniano, Milano, pp. 166, p. 96 ill.
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