La vita di Gesù: una sveglia per la nostra società

Presentato al Campidoglio il congresso “Gesù nostro contemporaneo” organizzato dalla CEI

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di Salvatore Cernuzio

ROMA, sabato, 4 febbraio (ZENIT.org).– Gesù nostro contemporaneo è il titolo del congresso internazionale che, dal 9 al 11 febbraio, nell’Auditorium della Conciliazione di Roma, vedrà studiosi di diverse fedi e discipline, provenienti da varie parti del mondo, confrontarsi sull’attualità di quanto “accadde a Dio in Palestina” circa duemila anni fa.

Si tratta di un secondo appuntamento che il Comitato per il progetto culturale della Conferenza Episcopale Italiana rivolge al mondo cattolico e non solo, a due anni di distanza dal simposio internazionale “Dio oggi” svoltosi, nella vigilia di Natale del 2009, nel medesimo Auditorium.

“Il congresso vuole essere una risposta ‘non improvvisata’ alla reticenza verso la figura di Gesù, molto diffusa nel nostro tempo” ha dichiarato il cardinal Camillo Ruini, presidente del Comitato per il progetto culturale della CEI, durante la conferenza stampa che è si è tenuta nella Sala delle Bandiere del Campidoglio, nella mattina in cui la Capitale era coperta di fiocchi di neve.

“L’evento – ha proseguito il porporato – non vuole essere una rivendicazione dell’attualità di Cristo, ma un tentativo di rimodellare la nostra vita alla Sua vicenda storica, unica e irripetibile”. Una vicenda che dopo anni di ricerche storiche “ora inizia a riacquista spessore e concretezza, persino nel suo punto più controverso, ovvero la resurrezione”.

Il cardinal Ruini, a tal proposito, ha spiegato come l’incontro, partendo dall’obiettivo “culturalmente motivato” di dimostrare che la fede non è un “salto nel vuoto”, ma “una scelta plausibile e ragionevole”, affronterà due aspetti particolari. Il primo è proprio l’attendibilità storica della vita di Gesù; il secondo, invece, l’attualità che emerge da quella “che gli studiosi definiscono una storia ‘efficace’, che da Lui è arrivata fino a noi nella forma della croce”.

“Basti pensare alla fecondità delle cose fatte in Suo nome per gli altri oppure all’intimità che hanno avuto con Cristo molti uomini e molte donne” ha aggiunto il cardinale, affermando infine che: “Se vogliamo veramente evangelizzare il mondo di oggi, non dobbiamo tenere la fede interna alla coscienza o relegata nelle Chiese, ma portarla, anche nei discorsi e nelle parole, alle circostanze comuni della vita, quale ingrediente non sostituibile”.

Un evento, dunque, che rappresenta “una sveglia” per una società che “appare sempre oppressa”, e che si propone in maniera “audace” ma anche “rispettosa di chi non crede in Gesù”.

Tra gli ospiti in programma spiccano, infatti, i nomi anche di chi non appartiene al mondo cattolico, come i rabbini David Rosen ed Elia Enrico Richetti o il teologo anglicano Nicholas Thomas Wright, che interverrà “con forza e schiettezza” sulla verità della resurrezione.

Un modo, questo, per far sì che l’evento non sia legato esclusivamente “al mondo cattolico”, come nell’incontro precedente, ma che coinvolga la società intera, il mondo intellettuale, della cultura e dell’arte.

Il congresso, infatti, si articolerà in diversi momenti, ha spiegato Vittorio Sozzi, responsabile del Servizio nazionale per il progetto culturale: “momenti di sezione plenaria e, contemporaneamente, momenti culturali che si svolgeranno in altre sale come l’Aula Magna dell’Università Lumsa o il palazzo Pio X”.

“La caratteristica di questo secondo appuntamento – ha evidenziato Sozzi – è proprio questa: affiancare alla comunicazione verbale, le comunicazioni di altri linguaggi come la fotografia e il cinema”.

A tal proposito vanno segnalate la mostra “Aure” della fotografa Monika Bulaj; il cortometraggio di Liliana Cavani “Gesù e le donne” e diverse riflessioni incentrate sulla figura di Cristo nella letteratura.

Gesù nostro contemporaneo è un evento dal carattere straordinario” ha dichiarato, a conclusione della conferenza, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno “uno sforzo inconsueto di agganciare i fondamenti della fede alla vita contemporanea”.

“Nel punto di vista dell’uomo comune c’è una scissione tra il personaggio storico di Gesù e la tendenza a vedere la Sua divinità come un fatto astratto – ha detto il primo cittadino – il congresso si assume dunque la sfida di rompere questo muro, dimostrando come la vita quotidiana riesce ad essere positiva solo se si ritrova in grandi punti di riferimento come le professioni di fede”.

“Rivedere ‘l’aggancio’ carnale tra la persona umana di Gesù e la divinità – ha quindi concluso – è una necessità urgente per i nostri tempi, nonché la strada dove si può dar vita ad un umanesimo moderno”.

Il congresso “Gesù nostro contemporaneo” è aperto a tutti. Per chi volesse partecipare o per maggiori informazioni è possibile consultare il sito: www.progettoculturale.it

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ZENIT Staff

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