Gesù si fa "lebbroso" per purificarci

Durante l’Angelus, Benedetto XVI ricorda che la guarigione più importante è quella dal peccato

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di Luca Marcolivio

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 12 febbraio 2012 (ZENIT.org) – All’indomani della Giornata Mondiale del Malato (festa liturgica della Madonna di Lourdes), papa Benedetto XVI, richiamandosi al Vangelo odierno (Mc 1,40-45), è tornato a parlare del significato spirituale della malattia.

Se domenica scorsa avevamo assistito a varie guarigioni miracolose, oggi Gesù viene a contatto con la lebbra, ovvero “la forma di malattia considerata a quei tempi la più grave, tanto da rendere la persona ‘impura’ ed escluderla dai rapporti sociali”, ha osservato il Santo Padre.

Gesù, tuttavia, incontrando un lebbroso in un villaggio della Galilea, ha un contegno diverso; quando il malato gli dice: “Se vuoi, puoi purificarmi!”, non si allontana ma “spinto da intima partecipazione alla sua condizione, stende la mano e lo tocca – superando il divieto legale – e gli dice: “Lo voglio, sii purificato!”.

In questa nuova guarigione miracolosa e nelle parole di Cristo c’è “tutta la storia della salvezza, c’è incarnata la volontà di Dio di guarirci, di purificarci dal male che ci sfigura e che rovina le nostre relazioni”, ha commentato il Santo Padre.

Questo atto di Gesù abbatte “ogni barriera tra Dio e l’impurità umana, tra il Sacro e il suo opposto”, ha proseguito Benedetto XVI. Sebbene il male sia sempre presente “l’amore di Dio è più forte” e sconfigge anche il male “più contagioso e orribile”. È come se Gesù si fosse “fatto ‘lebbroso’ perché noi fossimo purificati”.

Benedetto XVI ha poi menzionato l’esperienza di San Francesco d’Assisi con i lebbrosi. Il Patrono d’Italia, nel suo Testamento, ricorda infatti: “quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia”.

Il Santo racconta poi di come il precedente senso d’amarezza si fosse tramutato in “dolcezza d’animo e di corpo”. Abbracciando un lebbroso, quindi, Francesco realizza la guarigione dalla propria ‘lebbra spirituale’, ovvero dal suo orgoglio, e si converte all’amore di Dio. “Ecco la vittoria di Cristo, che è la nostra guarigione profonda e la nostra risurrezione a vita nuova!”, ha commentato il Santo Padre.

Al momento dell’invocazione a Maria Santissima, il Pontefice ha ricordato l’esortazione “sempre attuale” che la Madonna rivolge a Santa Bernadette: “l’invito alla preghiera e alla penitenza”.

“Attraverso sua Madre è sempre Gesù che ci viene incontro, per liberarci da ogni malattia del corpo e dell’anima. Lasciamoci toccare e purificare da Lui, e usiamo misericordia verso i nostri fratelli!”, ha poi concluso il Papa.

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ZENIT Staff

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