ROMA, giovedì, 16 febbraio 2012 (ZENIT.org) – In visita all’associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), il primate della Chiesa greco-cattolica dell’Ucraina ha spiegato la situazione dei rapporti con gli ortodossi, che stanno vivendo un momento molto positivo.
A Königstein, in Germania, l’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, primate della Chiesa greco-cattolica in Ucraina, ha definito infatti “eccellenti” le relazioni con gli ortodossi.
I rapporti fra le due confessioni non sono mai stati così buoni, ha sottolineato Shevchuk, aggiungendo che avere cura di queste relazioni di amicizia e di fratellanza è una sua speciale intenzione.
Il cristianesimo in Ucraina ha più di mille anni di storia. Tuttavia, il secolo scorso è stato segnato da un ateismo aggressivo. Come ha dichiarato Shevchuk, il compito principale delle Chiese cristiane è quello di “riscoprire quelle radici cristiane e trovare nuove vie per essere presenti, come cristiani, nella società”.
“In un’epoca di insicurezza, nella quale nella società si stanno verificando processi che secondo molti già non sono più controllabili, si confida molto nelle Chiese cristiane. Secondo i sondaggi, c’è più gente che ha fiducia nelle chiese cristiane che nel presidente”, ha detto Shevchuk.
Poiché la Chiesa non dipende dallo stato, può “dire la verità e svolgere un ruolo importante nella società”. Il cristianesimo svolge un ruolo chiave nella unità nazionale dell’Ucraina. “Noi siamo neutrali in ciò che riguarda la politica, ma insegniamo la dottrina sociale della Chiesa, annunciamo il Vangelo e difendiamo gli indifesi”, ha spiegato. Per poter farlo in modo autentico, una delle priorità è la buona formazione dei sacerdoti.
Il primate della Chiesa greco-cattolica, in comunione con Roma, ha espresso la sua gratitudine per l’aiuto che ACS fornisce da molti anni all’Ucraina.
Shevchuk ha fatto riferimento in particolare al fondatore dell’associazione, padre Werenfried van Straaten. Il presule si è autodefinito “frutto” del lavoro e dell’attività caritatevole di padre Werenfried. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, ha avuto infatti la possibilità di conseguire un dottorato a Roma grazie ad una borsa di studio di ACS. Ritornato in Ucraina, ha ricostruito con l’appoggio di ACS il seminario di Lviv.