Michal Sopocko: testimone della misericordia

Celebrata ieri la memoria del beato direttore spirituale di Santa Faustina Kowalska

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di Anita Bourdin

ROMA, giovedì 16 febbraio 2012 (ZENIT.org) – La Chiesa ha celebrato ieri la memoria del Beato Michal Sopocko (1888-1975), “testimone della misericordia” e direttore spirituale di Santa Faustina Kowalska che ha accompagnato nel suo straordinario cammino per diffondere il culto della misericordia.

La religiosa polacca e il Beato Michal si incontrarono per la prima volta a Vilnius: oggi, infatti, nella capitale della Lituania, è possibile fare un vero e proprio “pellegrinaggio della misericordia” fra i luoghi da loro frequentati.

Tra questi spicca una casetta di legno, nella quale Santa Faustina ricevette un centinaio di volte la visita di Gesù. La casetta, sorprendentemente sopravvissuta all’era sovietica, è stata trasformata dal cardinale Audrys Backis, arcivescovo di Vilnius, in un piccolo santuario, che accoglie varie reliquie di Santa Faustina e del Beato.

Padre Sopocko, sacerdote polacco e fondatore della Congregazione delle Suore di Gesù Misericordioso, nacque a Nowosady. Studiò Teologia presso le Università di Vilnius e di Varsavia, concludendo gli studi nel 1926 con un dottorato in Teologia morale.

Diventato direttore spirituale al seminario di Vilnius, nel 1928 cominciò ad insegnare Teologia pastorale all’Università di Vilnius e al seminario di Białystok. Dal1918 al 1932 è stato anche cappellano dell’esercito polacco.

Nei suoi scritti, il Beato Sopocko pose le basi teologiche per le nuove forme di culto della Divina Misericordia. Scrisse in particolare lettere di formazione per le Suore di Gesù Misericordioso, la nuova congregazione religiosa per la quale ha redatto le costituzioni, secondo le indicazioni di Suor Faustina. Basandosi sui testi della futuro santa, ha anche composto delle preghiera alla Misericordia.

A proposito di padre Sopocko, Cristo stesso disse a Faustina: “Ecco l’aiuto visibile per te sulla terra. Egli ti aiuterà a fare la Mia volontà sulla terra” (Diario, 53) e la Santa in un altro passo del suo Diario spiega anche come padre Sopocko era un apostolo della misericordia, nonostante l’opposizione.

“O mio Gesù, Tu vedi quanta riconoscenza ho per don Sopocko – scrive – che ha portato tanto avanti la tua opera. Quell’anima così umile ha saputo resistere a tutte le tempeste e non si è scoraggiata per le contrarietà” (Diario, 1586).

Per contro, nel proprio diario lo stesso padre Sopocko descrisse come ha riscoperto la misericordia, attraverso Santa Faustina: “Ci sono delle verità che conosciamo, di cui si sente parlare e di cui si parla spesso, ma che non si comprende. È stato così per me, per quanto riguarda la verità sulla misericordia divina. Bisognava che una semplice suora, Suor Faustina, della Congregazione delle Suore di Nostra Signora della Misericordia, guidata da un’intuizione, me ne parlasse”.

“All’inizio non sapevo bene cosa fosse tutto – scrive ancora Sopocko – ascoltavo, dubitavo, mi ponevo delle domande. È solo alcuni anni dopo che ha capito l’importanza di questa opera, l’immensità di questa idea”.

Prende quindi la sua decisione: “La fiducia nella Divina Misericordia, la propagazione del culto di questa misericordia tra gli uomini sarà d’ora in poi il fondamento essenziale della mia vita, con l’aiuto di questa misericordia incommensurabile”.

Dopo la morte di Faustina nel 1938, il Beato cercò di compiere fedelmente ciò che Cristo aveva chiesto. “Il Vangelo non consiste nel predicare che i peccatori dovrebbero diventare buoni, ma che Dio è buono per i peccatori”, sosteneva.

Padre Sopocko morì in pieno Anno Santo, il 15 febbraio 1975. Una curiosità: nello stesso giorno morì nell’anno 1682 il direttore spirituale di Santa Margherita Maria Alacoque, il gesuita Claude La Colombière, noto promotore della devozione al Sacro Cuore di Gesù. Mera coincidenza?

Fu proclamato beato a Białystok, in Polonia, vicino al confine lituano, domenica 28 settembre del 2008.

In quell’occasione, durante l’Angelus a Castel Gandolfo, Papa Benedetto XVI aveva ricordato che fu proprio per suggerimento del suo “confessore e guida spirituale”, che Santa Faustina “descrisse le proprie esperienze mistiche e le apparizioni di Gesù Misericordioso nel ben noto Diario”.

“Anche grazie ai suoi sforzi – aveva spiegato – venne dipinta e trasmessa al mondo l’immagine con la scritta Gesù, confido in Te”, la cui realizzazione fu seguita molto attentamente da Santa Faustina. Nascosta in Bielorussia durante l’oppressione sovietica, questa “sorgente” misteriosa alla quale Cristo ci invita a venire ad attingere la Misericordia, è esposta oggi nel santuario della Chiesa della Santissima Trinità a Vilnius.

Padre Sopocko “si fece conoscere come zelante sacerdote, educatore e propagatore del culto della Divina Misericordia” aveva aggiunto Benedetto XV, concludendo: “Per questa beatificazione si rallegra, nella casa del Padre, il mio amato Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II. È stato lui ad affidare il mondo alla Divina Misericordia”, facendo riferimento al Pontefice polacco non ancora beatificato in quel momento.

Per Papa Wojtyla, la Divina Misericordia era, infatti, il limite posto da Dio al male. Così, le tragedie del XX secolo, non hanno fermato la diffusione del messaggio dell’amore misericordioso, quasi a significare che l’amore ha l’ultima parola.

[Traduzione dal francese a cura di Paul De Maeyer]

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ZENIT Staff

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