di Antonio Gaspari
ROMA, venerdì 24 febbraio, 2012 (ZENIT.org).-Insegnare a utilizzare uno strumento moderno ed efficace, conoscerne i limiti, prendere coscienza della responsabilità di cosa si comunica, ma soprattutto evitare le trappole per far diventare il WEB il più grande megafono per la realizzazione dell’umanesimo digitale.
Questi sono gli obiettivi che il “Master in Comunicazione e New Media”, promosso dall’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum con la partecipazione di Google, si propone di raggiungere.
“Vogliamo fare bene il bene” ha detto Padre Gonzalo Miranda, Decano della Facoltà di Bioetica, aprendo oggi 23 febbraio, la conferenza stampa di presentazione.
“Non siamo qui per mettere insieme il diavolo e l’acqua santa – ha precisato padre Miranda – perché il WEB non è il diavolo, ne noi siamo l’acqua santa e non c’è contraddizione tra sviluppo tecnologico e diffusione del Vangelo”.
“Siamo qui – ha aggiunto- per benedire una collaborazione intesa a generare il bene, nella società, nell’economia, nella cultura e nella cura delle anime”.
Secondo il Decano della Facoltà di Bioetica “non basta saper utilizzare lo strumento tecnologico, bisogna invece prendere coscienza della potenza del mezzo a disposizione per comunicare bene il bene. Questo è il primo compito del master”.
Oreste Signore della la WC3 (www.w3.org,) ha spiegato che fin dalla nascita del WEB, Il World Consortium ha cercato di definire gli standard internazionali per l’intera comunità che viaggia in rete.
“Abbiamo da sempre una attività che si chiama WAI (web accessibility iniziative) http://www.w3.org/WAI/, – ha affermato – che è si preoccupa di definire le regole per rendere il web fruibile a tutti indipendente mente dalle loro abilità e dai deficit sensoriali, fisiologici ecc.”
In termini concreti la WC3 ha definito e linee guida in merito a tutti gli effetti del web, ed in particolare ha cercato di garantire l’accessibilità e l’utilizzabilità per gli utenti con ridotte funzionalità,.
Le linee guida e la normativa proposta da WC3 è riconosciuta livello internazionale e recepita dalle direttive dell’Unione europea ed anche dalla legislazione italiana.
Raffaele Barberio, fondatore di Key 4Biz http://www.key4biz.it/, quotidiano italiano specializzato in Telecomunicazioni, Media, Internet e Games ha spiegato che internet è il più grande ed il più diffuso strumento per la creazione di opportunità e per lo sviluppo del pianeta.
“E’ vero che alcuni considerano internet un nemico, -ha precisato Barberio, -ma stanno sbagliando mira. Tutte le minacce che si trovano in rete, come per esempio la pornografia o il tentativo di truffe, sono già presenti nella società”.
Barberio ha consluo dicendo che “La comunicazione è economia e genera emozioni e attività sociale, per questo motivo le potenzialità della rete sono enormi”.
Il Prof Alberto Contri, Presidente di Pubblicità e Pçrogresso, ha spiegato che per i nativi digitali internet è come l’aria che respiriamo, e la capacità di comunicare messaggi si è moltiplicata riducendo i tempi.
Contri ha sostenuto che “Ci sono grandi possibilità ma anche rischi. Se gli utenti non sono preparati a gestire in maniera responsabile una tecnica così potente, si rischia di essere schiacciati dal computer che tenderà a diventare padrone del tempo. L’uso moderato e responsabile è un compito che deve toccare soprattutto agli insegnanti”
Per Maria Rita Parsi, il rischio è che il mondo virtuale invada il mondo giovanile al punto da non distinguerlo più dal reale.
“La rete – ha detto la Parsi – è una risorsa preziosa ma può nascondere molti pericoli, tra i quali il cyberbullismo, l’adescamento e il furto d’identità”
A questo proposito Marco Valerio Cervellini Sostituto Commissario della Polizia di Stato, in servizio presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha riportato alcuni dati in merito
Secondo il rapporto stilato nel 2009 le persone arrestate per reati su Internet sono state 233, mentre 8.620 sono state qulle denunciate, Sono state effettuate 1.731 perquisizioni. Sono stati monitorati 56.505 siti, 127 sono stati oscurati. Gli arresti per pedopornografia sono stati 53 (39 nel 2008), le denunce 1.186 (1.167 l’anno precedente). Per i reati nel commercio elettronico (uso illecito di carte di credito, frodi online, truffe negli acquisti sul web) sono state arrestate 118 persone (102 nel 2008) e 4.582 sono state denunciate (4.115 l’anno prima).
Cervellini ha fatto notare che la minaccia più grande provenga dalla diffusione di siti pornografici con nomi camuffati e diffusi tra i bambini delle scuole elementari. Con l’aiuto di insegnanti e familiari è però possibile proteggere adeguatamente i nostri figli.
Cresce il numero degli utenti e in proporzione cresce il numero dei reati, anche se nel campo della pedopornografia, sembra che la repressione abbia avuto effetti di limitazione. Mentre nel 2010 ci sono stati fino a 500 casi di siti pedopornografici, poi oscurati, nel 2011 non è stato registrato nessun caso.
Un rappresentante dell’Associazione Italiana Genitori, ha ricordato che è possibile rispondere ai rischi della rete diffondendo la corresponsabilità e la collaborazione nella comunità educante, insegnati, genitori, amici, parenti ra genitori e insegnanti
Padre James Mulford, Publisher di ZENIT (www.zenit.org) ha concluso ringraziando l’Istituto di Studi Superiori della Donna (www.istitutodonna.it) per aver dato vita a questo Master, riuscendo a mettere insieme sensibilità e competenze diverse, superando pregiudizi e divisioni.