Papa Pio X (1835-1914) fu un vero riformatore della Chiesa, ma i suoi sforzi sono spesso stati incompresi: è questa l’opinione di padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche.
Giovedì scorso si è svolta una giornata di studio organizzata dal Comitato ed intitolata San Pio X: un Papa riformatore di fronte alle sfide del nuovo secolo. ZENIT era presente all’evento ed ha intervistato padre Ardura.
Può spiegarci il suo ruolo nel Comitato e come è nata l’idea di uno studio dedicato a Pio X?
Io sono il presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche. Noi ci occupiamo di trattare tutti gli aspetti storici che hanno a che vedere con la storia della Chiesa. Quest’anno è il centesimo anniversario della morte di papa Pio X; egli è deceduto durante la notte del 21 agosto 1914, tre settimane dopo l’inizio della prima guerra mondiale e dopo undici anni di papato. Come pontefice fu un importantissimo riformatore ma, fra le sue attività riformatici, dovette anche intervenire in questioni legate alla dottrina religiosa perché in quel momento la Chiesa affrontava un movimento difficile chiamato modernismo. La sua condanna del modernismo oscurò le parti positive del suo papato: venne ricordato come un Papa di condanna, ma la verità è che fu un grande riformatore, un grande innovatore. Pur avendo condannato il modernismo, Pio X fu assai moderno, come si evince dalle sue riforme.
Può citarci qualche esempio del riformismo di San Pio X?
Egli riformò la Curia Roman, la stessa Curia creata nel 1538 e che esiste ancora oggi. Pio X fu più consapevole rispetto ai suoi predecessori che lo il pontificato doveva andare avanti e non poteva permettersi di tornare indietro. Dunque egli ebbe nel suo ministero questa idea cardine che la missione della Chiesa è spirituale e che deve ispirare la vita del mondo, anche rinnovando il mondo. Quindi tutte le attività di Pio X furono riformatrici, dato che lui s’impegnò a promuovere una vita cristiana basata sulla pace.
Un altro contributo importante fu quello legato ai sacramenti, ed in particolare la Comunione. Avanzò l’idea che i più piccoli, già a sette anni, potevano ricevere la loro prima Sacra Comunione, anche se, in quel momento della loro vita, non erano pienamente a conoscenza della dottrina della Chiesa. Avanzò anche l’idea che gli adulti dovevano andare a fare la Comunione più spesso. In precedenza l’opinione generale era che un Cristiano dovesse confessarsi prima di fare la Comunione, ma Pio X, sempre suggerendo di confessarsi regolarmente, avanzò l’idea di fare la Comunione più spesso, anche quotidianamente.
Anche le sue riforme liturgiche come quelle sulla musica sacra furono importanti. E per la prima volta chiese che fosse promulgato un chiaro codice di diritto canonico. Così fu fatto e questo codice ha avuto un effetto duraturo dopo la sua morte.
Dunque oggi noi abbiamo la possibilità di studiare queste riforme e questi progressi, che furono importanti non solo per rinnovare la Chiesa, ma anche per la capacità della Chiesa di ispirare la vita cristiana.
Lei nota delle somiglianze fra Pio X e papa Francesco?
Ci sono assolutamente delle somiglianze. Ma non possiamo dimenticare che c’è un intero secolo fra i due. Dunque i contesti sono molto diversi. Tuttavia è vero che sia Pio X sia Papa Francesco hanno un’attenzione speciale verso la qualità di vita dei Cristiani, che siano laici, sacerdoti e vescovi, di modo che questa qualità della vita sia necessaria per dare testimonianza del Vangelo. Per questo motivo entrambi questi papi condividono l’idea che se una cosa può essere riformata allora deve essere riformata.
Perché lei ritiene che Pio X sia stato frainteso?
Egli fu incompreso, così come quasi tutte le sue opere e le sue riforme non hanno ricevuto il giusto credito per via della questione del modernismo. Dunque con la sua condanna del modernismo, lui venne considerato da molti come che il Papa che non capiva nulla, ma questo non era vero.
Per coloro che hanno poca familiarità con questo concetto, ci può spiegare che cos’è il modernismo?
Si tratta di un errore filosofico che relativizza un po’ tutto e, da un punto di vista dottrinale, diventa un tema delicato. Per esempio, idee diverse furono espresse per il particolare contesto culturale di quell’epoca. Ma oggi non dobbiamo relativizzare la dottrina con queste idee diverse.
La Chiesa in cui crediamo è ispirata dallo Spirito Santo in un contesto che non ci è dato per una causa accidentale, ma in un contesto che contiene la sostanza degli insegnamenti che ci fornisce lo Spirito Santo. Dunque non dobbiamo relativizzare queste realtà che sono fondamentali, altrimenti, rischieremmo di rimettere in discussione tutto ciò in cui crediamo.
Quale tipo di riforma, che Pio X ha appoggiato, lei ritiene che sia stata la più importante e la più necessaria per la Chiesa di oggi?
La riforma della conversione del cuore, una riforma interiore. Noi dobbiamo ricordare ciò che ha detto Gesù: se il sale perde il suo sapore, allora diventa inutile. Come una luce, noi siamo testimoni del Vangelo e quindi, come dimostrano gli sforzi e i messaggi di Pio X, abbiamo costantemente il bisogno di riformare.