Qual è il significato del presepe nella famiglia cristiana?

Tutti i mali del mondo possono essere vinti con la debolezza di un bambino, che nasce con l’unica richiesta di essere amato

Share this Entry

Nei prossimi giorni tante famiglie del mondo inizieranno a prepararsi per l’allestimento del presepe. Tante altre famiglie hanno perduto questa illuminante tradizione, forse perchè si è perso il significato della rappresentazione sacra della nascita di Gesù. La difficoltà maggiore di tanti uomini del nostro tempo è quella di contestualizzare, dentro gli avvenimenti del nostro tempo, il misterioso evento della Nascita di Gesù.

Quando parliamo di Maria e Giuseppe con il bambino Gesù, viene subito in mente la Santa Famiglia di Nazareth, il modello di ogni famiglia cristiana, che ha testimoniato la sua santità attraverso tante prove e tante tribolazioni vissute.

Maria e Giuseppe si sono visti rifiutati un alloggio quando sono giunti a Nazareth per il censimento ordinato per decreto di Cesare Augusto. Questa situazione del rifiuto di un alloggio richiama la situazione di tanti migranti che per svariate ragioni sono costretti a lasciare la loro terra a causa della povertà, delle guerre e delle persecuzioni politiche.

Tanti migranti lasciano i loro paesi d’origine, in cerca di un futuro migliore, ma molto spesso incontrano le porte chiuse delle frontiere degli stati, che li respingono, perché non hanno tutti i permessi in regola.

E quando riescono ad entrare, a questi migranti viene rifiutato un contratto regolare di lavoro che permetterebbe loro di avere tutte le carte in regola per il soggiorno nel paese straniero. Essi vengono sfruttati, privati del loro diritto a ricevere una adeguata retribuzione, viene leso loro il diritto a godere delle ferie, viene loro negato loro il diritto ad accantonare i contributi pensionistici.

Altri personaggi che sono protagonisti della scena della Natività del presepio sono i pastori, che rappresentano gli esclusi e gli scartati di ogni tempo della storia.

In quei pastori che vivono al margine della nostra società, possiamo riconoscere tante categorie di persone. Possiamo intravedere in essi coloro che hanno perso il proprio lavoro e vivono nell’attesa di recuperare la dignità perduta.

Questi pastori sono immagine di tante coppie sterili che sono in attesa di abbracciare il loro figlio e gioiscono per l’annunzio della buona notizia dell’inizio di una gravidanza o per la nascita del loro bambino tanto desiderato.

Quei pastori simbolizzano i genitori adottivi che dopo tante veglie notturne passate a pensare ai loro figli, lasciano tutto per correre ad abbracciare i loro bambini che si trovano in un alloggio precario e soffrono il freddo di un abbandono.

Quei pastori rappresentano i tanti padri di famiglia che vivono il flagello della separazione o del divorzio, ed attendono le feste per poter abbracciare i loro figli e passare un tempo con loro.

Il re Erode è l’incarnazione del male, che sempre è presente in ogni epoca della storia per ostacolare e distruggere il progetto di Amore di Dio.

Lo scarico di sostanze inquinanti nei mari e nei fiumi, la deforestazione delle aree verde del pianeta, l’incremento dell’inquinamento atmosferico, l’introduzione della cultura del gender, la pratica sempre più frequente dell’aborto, le tante guerre disseminate nelle varie parti del mondo, il crollo del numero dei matrimoni cristiani, la pretesa di equiparare la famiglia naturale composta da uomo e donna ad altre forme di unioni, sono tutte tentazioni attraverso le quali il principe di questo mondo vuole distruggere il pianeta in cui viviamo e soprattutto vuole impossessarsi di tante anime. 

Davanti a questa imperiosa avanzata del male, la speranza che propone il presepe è la nascita del bambino Gesù, la pienezza della divinità racchiusa nel corpo di un neonato.

Questo bambino ci ricorda che la vittoria sul male non si realizza con la forza della violenza o con la crudeltà delle guerre. Il bambino Gesù chiede di essere accolto, servito e amato, come avviene per ogni bambino che viene al mondo.

Attraverso semplici gesti di amore, è possibile vincere ogni insidia del maligno. Tutti i flagelli di satana e i dardi, con i quali vuole avvelenare il cuore degli uomini, possono essere vinti con la debolezza di un bambino, che viene al mondo con l’unica richiesta di essere amato. L’amore è l’arma che vincerà i poteri di questo mondo.

Guardando al bambino Gesù riacquistiamo fiducia e speranza, perchè avvertiamo con stupore la presenza di un Dio capace di farsi piccolo, per farsi vicino ad ogni creatura umana. L’unico condizione che viene richiesta è quella di farsi piccoli, chinarsi per abbracciarLo, tenerLo nelle braccia e prostarsi davanti a Lui per adorarlo.

L’adorazione è il vero culto spirituale del presepe. Adorare non significa solo prostrarsi in ginocchia con la faccia a terra davanti al bambino Gesù. Adorare significa prima di tutto rivolgersi a Dio con spirito e verità, con lo spirito dell’umiltà e con la verità della carità. Adorare significa lasciarsi guidare dalle ispirazioni e dalla forza dello Spirito Santo, per giungere a seguire la volontà Dio, che è la via della verità che ci conduce ad avere una vita pacifica, speranzosa e gioiosa.

Con questa attualizzazione dei personaggi del presepe e con questa fiduciosa speranza nel bambino Gesù, ci prepariamo ad allestire nelle nostre case questa santa rappresentazione della Natività, per trasformare le nostre famiglie in luogo di vera accoglienza dell’incarnazione del Figlio di Dio, che vuole venire a prendere dimora in ogni focolare domestico.  

Share this Entry

Osvaldo Rinaldi

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione