Riportiamo di seguito il testo dell’omelia tenuta questo pomeriggio dal cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, nella Messa del giorno di Natale 2014.

***

Carissimi fratelli e sorelle, il diacono ha proclamato il Mistero che stiamo celebrando: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi».

1.      Ascoltiamo bene questo annuncio. Esso evidenzia l’accostamento fra due realtà – una persona divina e la carne umana – che sono per loro natura separati da un abisso. Oggi noi celebriamo il fatto che una persona divina, il Verbo, «Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero», ha unito a Sé la nostra natura e condizione umana, condividendone la debolezza e la corruttibilità, il limite e la morte.

        Che cosa spinse la divina persona del Verbo ad umiliare Se stesso assumendo la nostra condizione umana? Fra poco, nel prefazio alla preghiera eucaristica proclamerò la risposta: «perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti all’amore della realtà invisibile».

        Quanto oggi è accaduto e ricordiamo, ha messo Dio a misura delle nostre capacità conoscitive. «Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato». Uomini degni di fede, gli apostoli, hanno vissuto questa incredibile esperienza: hanno veduto coi loro occhi; hanno udito colle loro orecchie; hanno toccato con le loro mani il Verbo-Dio fattosi uomo. E da questa esperienza è entrata nel mondo, attraverso la predicazione della Chiesa, «la luce vera, quella che illumina ogni uomo» che non vuole fermarsi alle questioni penultime della vita, ma ascolta il desiderio del suo cuore di cercare una risposta definitiva all’inesausta ricerca di beatitudine.

        Dio si è fatto uomo per percorrere con noi la strada della vita, impedendo che questo percorso continui ad essere un vagabondaggio senza meta, ma volendo che sia un pellegrinaggio verso il possesso della vita.

        E’ la fede che conoscendo Dio visibilmente, ci conduce nel mondo delle realtà invisibili. La persona umana mediante la fede può venire in possesso di una luce che gli dona la vera vita.

        Cari fratelli e sorelle, molti vogliono farci pensare che la luce della fede in realtà fosse il frutto del sonno della ragione. Ma ora che questa – molti pensano - è stata risvegliata dalla scienza, la luce della fede è diventata inutile o comunque una mera convinzione soggettiva. E si è visto a quale mondo il celebrato “trionfo della ragione” ci ha portato: ad un mondo dal quale la speranza è esiliata, e l’uomo sottoposto ad ogni sorta di manipolazioni.

        «Veniva» oggi «nel mondo la luce vera, che illumina ogni uomo», poiché solo nel mistero che oggi celebriamo, «nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo». E’ questo messaggio di speranza che oggi la Chiesa annuncia. «Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutti i popoli; tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio».

2.      Cari fedeli, forse ascoltando queste parole, sarete tentati di pensare: “ma tutto questo, che cosa ha a che fare colla mia vita di ogni giorno?” Penso ai tanti giovani senza lavoro; a chi è colpito da gravi malattie. A chi ritorna a casa proprio questa sera di Natale, così suggestiva, e si trova nella propria solitudine, perché il suo matrimonio è fallito. O la morte lo ha colpito nei suoi affetti più cari.

        Caro fratello e sorella, il messaggio natalizio, se lo accogli, fa luce in queste notti dell’esistenza, perché ti dice che non le stai attraversando da solo: c’è Dio stesso che le attraversa con te. Facendosi uomo, Dio è diventato Colui che conosce la via che passa anche attraverso la morte; che passa con te attraverso solitudini immense.

        La certezza che il nostro Dio è un Dio che accompagna l’uomo anche nella morte, anche attraverso le rovine di un’esistenza crollata e lo fa «con il suo bastone ed il suo vincastro mi da’ sicurezza»: questo è il messaggio di Natale.