Vangelo

Lc 2,22-35

Lettura

In occasione della presentazione di Gesù al Tempio, Maria e Giuseppe fanno un incontro inaspettato: l’anziano Simeone, un pio israelita che attendeva la venuta del Messia, riconosce in Gesù il compimento delle antiche promesse. Felice di non aver trascorso invano tutta la sua vita nell’attesa della salvezza, benedice Dio con il suo cantico di lode, il Nunc dimittis. Ma accanto alla gioia, le sue parole sono anche una triste profezia che preannuncia a Maria il crudele destino che accompagnerà la missione del suo figlio Gesù e che, inevitabilmente, trafiggerà come una spada anche la sua anima.

Meditazione

Lo Spirito Santo – lo ripetiamo – è uno dei principali protagonisti dei primi due capitoli del Vangelo secondo Luca: la sua azione potente coinvolge tutti i personaggi che ruotano attorno alla nascita di Gesù: da Maria a Giovanni Battista ad Elisabetta e a Zaccarìa. Infine, l’anziano Simeone che, «mosso dallo Spirito», si reca al Tempio mentre Maria e Giuseppe vi portavano il bambino Gesù per presentarlo al Signore. Simeone aveva già ricevuto dallo Spirito Santo l’annuncio «che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo» (v. 26), e lo stesso Spirito Santo, che «era su di lui» (v. 25), lo guida all’incontro con Gesù e gli fa pronunciare parole profetiche sull’identità e la missione del bambino. Simeone, che rappresenta tutto il popolo dell’antica alleanza in attesa della salvezza di Dio, accoglie tra le braccia il bambino Gesù, e riconosce che tutta l’attesa è giunta al suo compimento, per cui, attraverso le sue parole di commiato, sembra quasi dire che il tempo della promessa deve ora lasciare il posto al tempo del compimento: dopo aver vissuto tutta la sua vita in prospettiva del futuro messianico, è giunto finalmente il momento, che è «ora» – la prima parola con cui esplode nel suo cantico di benedizione – in cui i suoi occhi vedono realizzate tutte le promesse dei profeti. La salvezza, preparata da Dio per tutti i popoli, la luce che illumina le nazioni e la gloria del Signore che risplende sulla nuova Gerusalemme, sono tutti temi cari soprattutto al profeta Isaìa. Come anche alle parole di Isaìa rimanda la profezia di Simeone: al Messia bambino che egli stringe fra le braccia toccherà la sorte del servo sofferente, venuto al mondo come segno di contraddizione per la caduta e la risurrezione di molti in Israele.

Preghiera

Rispondi, Signore, alle nostre attese, alle nostre speranze, secondo i tuoi tempi e la tua volontà, perché possiamo vivere in quella pace dello Spirito di cui hai colmato il tuo santo servo Simeone, nell’incontro con te, che solo puoi dare riposo alle nostre inquietudini, al nostro desiderio di pienezza e di gioia.

Agire

Nei progetti e nelle attese che si agitano dentro di me, sono in pace con me stesso, con gli altri, con Dio?

Meditazione a cura di monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it