di Antonio Gaspari
ROMA, giovedì 23 febbraio 2012 (ZENIT.org).– Uniscono il carisma di San Francesco d’Assisi alla devozione per l’Immacolata. Uno dei loro riferimenti è San Massimiliano Kolbe. Sono stati fondati da un figlio spirituale di padre Pio. Vivono testimoniando il Vangelo cercando di accendere l’amore per Cristo come faceva San Francesco. Sono molto attivi soprattutto nei santuari mariani.
Stiamo parlando dei Frati Francescani dell’Immacolata, un istituto religioso nato nel 1970 ed in grande crescita.
Per conoscerli meglio ZENIT ha intervistato Padre Alfonso M. A. Bruno, Direttore Ufficio Comunicazione dei Frati Francescani dell’Immacolata
Chi sono i Francescani dell’Immacolata?
Padre Alfonso: Siamo un’istituto religioso di diritto pontifico. Le nostre origini hanno radici profonde, come ramo della plurisecolare pianta francescana, ma la nostra nascita è relativamente recente.
Quando nascono? Perche? Con quale carisma? Che cosa fanno?
Padre Alfonso: Il 2 agosto 1970, il francescano conventuale p. Stefano M. Manelli, figlio spirituale di P. Pio da Pietrelcina, chiese ed ottenne dai suoi superiori maggiori di iniziare un’esperienza di vita che seguisse più da vicino le origini di S. Francesco, con la stessa povertà, la stessa penitenza, da rivivere oggi.
Fu scelto uno dei conventi più diroccati e isolati, a Frigento, sui monti dell’Irpinia. Il Vaticano II aveva invitato i religiosi a un ritorno alle fonti e p. Manelli vide in questa sua iniziativa una risposta coerente ed efficace della Chiesa contro il gelo vocazionale dell’epoca e la rivoluzione sessantottina. Occorreva un rinnovamento della vita religiosa che conciliasse il carisma dei fondatori con le esigenze di una società che stava cambiando.
Paolo VI all’epoca diceva che il mondo ha più bisogno di testimoni che di maestri. Il modello di vita francescana rinnovata fu quello del francescano polacco S. Massimiliano M. Kolbe, conosciuto per aver offerto la sua vita per salvare un padre di famiglia condannato a morte ad Auschwitz. In realtà p. Kolbe fu anche e soprattutto l’ideatore delle cosiddette “Città dell’Immacolata”, cioè dei complessi conventuali dove la comunità dei frati promuoveva in maniera organizzata la conoscenza e la devozione all’Immacolata, attraverso soprattutto i media, di cui il martire polacco ne fu un profetico anticipatore nell’utilizzo in campo ecclesiale. Nel 1990, l’esperienza della “Casa Mariana” di Frigento, per volontà di Giovanni Paolo II, sempre vicino a noi e al nostro ideale mariano e francescano, venne riconosciuta ed elevata canonicamente a Istituto religioso. La nostra è una vita di fraternità vissuta nella preghiera, povertà, penitenza, missionarietà nello spirito della totale consacrazione all’Immacolata. Ci impegniamo in virtù di un voto, che noi chiamiamo “mariano”, ad imitare la Madonna nella dimensione dell’essere e dell’agire. Si tratta di riprodurre nella nostra vita e nel rapporto con il prossimo le virtù di Maria, di illuminare i voti religiosi attraverso l’esempio di Maria e come Lei offrire Cristo al mondo con un apostolato che ci coinvolge anche nella missione ad gentes, nelle terre più lontane e difficili. Da un punto di vista operativo, oltre al lavoro nei mezzi di comunicazione sociale, approfondiamo la ricerca teologica con studi, convegni e pubblicazioni e dirigiamo pastoralmente vari santuari mariani nel mondo.
Quale relazione tra San Francesco e l’Immacolata?
Padre Alfonso: L’Ordine francescano è nato a S. Maria degli Angeli, alla Porziuncola di Assisi. E’ un luogo evocativo che rivela il profondo legame spirituale tra il Serafico Padre e la Madre di Dio. S. Francesco rivolgeva alla Madonna lodi bellissime, la elesse quale “Avvocata” dell’Ordine e soprattutto la sua intuizione mistica lo portò ad attribuirle l’originale titolo di “Vergine fatta Chiesa”. Memori di questa eredità spirituale i figli del Serafico hanno sempre approfondito il mistero di Maria. Il beato Giovanni Duns Scoto difese già nel XIV secolo la realtà dell’Immacolata Concezione di Maria e da allora, l’impegno per la definizione dogmatica di questo privilegio mariano è stato come il filo d’oro che ha guidato la storia del francescanesimo dalle origini fino ad oggi. S. Massimiliano Maria Kolbe è forse la più alta espressione di santo francescano e mariano poiché durante tutta la sua vita si preoccupò di fare conoscere ed amare l’Immacolata attraverso la stampa, la predicazione e la missione ad gentes che lo vide anche impegnato per sei anni in Giappone. Fu lì che per la prima volta p. Kolbe professò insieme ai suoi frati il voto di consacrazione illimitata all’Immacolata. Esso è per noi il voto costitutivo della nostra forma di vita riconosciuta dalla Chiesa come francescana e mariana o, potremmo anche dire, kolbiana.
Quanti e dove sono oggi nel mondo i Francescani dell’Immacolata?
Padre Alfonso: Da p. Stefano M. Manelli che trovò in p. Gabriele M. Pellettieri il primo compagno di cordata nell’esperienza di Frigento (AV), grazie a una straordinaria fioritura vocazionale siamo arrivati oggi a circa cinquecento membri, una cifra che raggiungono anche le nostre suore. Abbiamo anno per anno aperto case nei cinque continenti. I nostri conventi si chiamano “case mariane”. Ne abbiamo circa una trentina in Italia, da Nord a Sud; siamo poi presenti in paesi europei come la Francia, l’Austria, la Gran Bretagna, la Polonia e il Portogallo.
Nelle Isole Filippine abbiamo sei case, cinque negli USA, due in Benin, Nigeria, Brasile, Kazakistan e Australia, una in Argentina, India, Camerun e Ciad.
Il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto l’anno della fede ed ha chiesto di impegnarsi nella Nuova Evangelizzazione. In Che modo il vostro ordine pensa di rispondere all’appello del Pontefice?
Padre Alfonso: Fedeli al nostro carisma e alla nostra vocazione, sensibili alle direttive del Magistero e agli inviti del Santo Padre, approfondiremo e presenteremo la dottrina della fede con la parola e con l’esempio di vita. Giovani che ogni anno, da ogni parte del mondo, lasciano tutto per seguire Cristo casto, povero e crocifisso rivestendo il saio francescano, insieme ad altrettanti giovani che ricevono il sacramento dell’Ordine con la stessa cadenza, sono la testimonianza più bella di fede e di vitalità della vita religiosa. E’ un segno di speranza per il mondo, frutto di una fede genuina e teologale. Ci impegneremo innanzitutto al rinnovamento della fede nel popolo di Dio intensificando la nostra preghiera per un nuovo slancio nella sua trasmissione alle nuove generazioni. Penso infine all’impegno nostro nella nuova evangelizzazione con rinnovata fedeltà e generosità nei confronti del Papa, per la sana dottrina e l’azione caritativa ai più bisognosi, specie nei paesi più poveri dove siamo presenti.
Siamo in Quaresima, tempo di conversione. Cosa suggeriscono i Frati Francescani dell’Immacolata?
Padre Alfonso:Il Discorso delle Beatitudini di Gesù è la sintesi della novità del messaggio di Cristo e del nostro atteggiamento come discepoli suoi. Siamo invitati alle opere di misericordia corporale e spirituale. La Quaresima è il tempo privilegiato di conversione e di riconciliazione con il Signore. Noi suggeriamo una sincera ed umile confessione, con propositi di vita nuova e l’intensificazione della vita sacramentale con l’Eucarestia, degnamente ricevuta e profondamente adorata. Incoraggiamo poi i fedeli a riconoscere il ruolo particolare di Maria nel mistero della salvezza, ad amarla filialmente e a seguirne la fede e le virtù. Digiunare inoltre significa saper rinunciare a tante cose mondane e superflue, che però credevamo importanti. Dobbiamo piuttosto arricchirci di Dio. E’ solo così che, con S. Francesco, potremo augurare agli uomini di oggi ogni pace e ogni bene nella perfetta letizia che è la consapevolezza d
i essere figli di Dio chiamati alla santità, al Paradiso.