Gesù è stato davvero il Buon Pastore. È stato questo il segreto del suo successo e il motivo per cui la gente lo seguiva in massa. Lo ricorda bene Francesco nella Messa odierna a Santa Marta: le folle seguivano Cristo perché trovavano in Lui “qualcosa buona, grande”, “erano stupite dal suo insegnamento”, quando Lui parlava “davano stupore al loro cuore”.

E non è un dato da poco, considerando che, all’epoca, Gesù non era il solo a parlare. C’erano persone, gruppi, categorie, ognuno a dire la propria, ognuno a parlare senza mai però toccare le corde dell’anima della gente. C’erano i farisei, ad esempio: essi, ricorda il Papa, “facevano del culto di Dio, della religione, una collana di comandamenti e dei dieci che ce ne erano, ne facevano più di trecento”, caricando “questo peso” sulle spalle del popolo.

Rispetto agli altri erano i più crudeli perché operavano “una riduzione della fede nel Dio Vivo” ad una mera “casistica”, pregna di moralismi e contraddizioni. Cose del tipo: “Ma tu devi compiere il quarto comandamento!’; Sì, sì, sì!’;  ‘Devi dare da mangiare al tuo papà anziano, alla tua mamma anziana!’; ‘Sì, sì, sì!’; ‘Ma lei sa, io non posso perché ho dato il mio denaro al tempio!’; ‘Tu non lo fai? E i genitori muoiono di fame!’. “Il popolo li rispettava”, sottolinea il Pontefice, perché di indole è rispettoso, ma “non li ascoltava” e, quando predicavano, “se ne andava…”.

Un po’ come accadeva con l’altro gruppo: i Sadducei, ancor peggio dei primi perché– spiega Bergoglio – “non avevano fede, avevano perso la fede! Il loro mestiere religioso lo facevano sulla strada degli accordi con i poteri: i poteri politici, i poteri economici. Erano uomini di potere”. Ad essi facevano da contrappeso gli zeloti, gruppetto di “rivoluzionari” che volevano combattere per liberare il popolo di Israele dall’occupazione romana”. Il popolo però non dava loro molta retta, perché – spiega il Papa - la gente “ha buonsenso e sa distinguere quando la frutta è matura e quando non c’è! E non li seguiva!”. Come non seguiva nemmeno gli Esseni: “gente buona” senza dubbio, monaci che consacravano la loro vita a Dio; però “erano lontani dal popolo e il popolo non poteva seguirli”.

Tra farisei, sadducei, zeloti ed esseni, ai contemporanei di Gesù era propinata, dunque, una polifonia di voci. Tuttavia, “nessuna di questa voce aveva la forza di riscaldare il cuore del popolo”. Solo Gesù è riuscito nell’impresa: “Le folle erano stupite – afferma Francesco - sentivano Gesù e il cuore era caldo; il messaggio di Gesù arrivava al cuore!”. Egli, infatti, “si avvicinava al popolo”, “guariva il cuore del popolo”, ne capiva le difficoltà e le preoccupazioni, “non aveva vergogna di parlare con i peccatori, andava a trovarli”. Lui stesso “sentiva gioia” nel stare con il suo gregge, “gli faceva piacere andare” con esso. Proprio come un vero “Buon Pastore”.

“Ed è per questo che il popolo seguiva Gesù, perché era il Buon Pastore”, ribadisce Bergoglio, perché “non era né un fariseo casistico moralista, né un sadduceo che faceva gli affari politici con i potenti, né un guerrigliero che cercava la liberazione politica del suo popolo, né un contemplativo del monastero”.

Cristo, “era un pastore che parlava la lingua del suo popolo, si faceva capire, diceva la verità, le cose di Dio: non negoziava mai le cose di Dio! Ma le diceva in tal modo che il popolo amava le cose di Dio. Per questo lo seguiva”.

Alla luce di ciò, farebbe bene allora porsi una domanda, in tutta coscienza: “A me chi piace seguire?”. Mi piace seguire “quelli che mi parlano di cose astratte o di casistiche morali – suggerisce il Papa -; quelli che si dicono del popolo di Dio, ma non hanno fede e negoziano tutto con i poteri politici, economici; quelli che vogliono sempre fare cose strane, cose distruttive, guerre cosiddette di liberazione, ma che alla fine non sono le strade del Signore; o un contemplativo lontano?”.

“Che questa domanda – è l’auspicio del Pontefice - ci faccia arrivare alla preghiera e chiedere a Dio, il Padre, che ci faccia arrivare vicino a Gesù per seguire Gesù, per essere stupiti di quello che Gesù ci dice”.

Geova a Messa

Confronto tra cattolicesimo e geovismo sulle Letture della Liturgia di domenica 29 giugno 2014 – Santi apostoli Pietro e Paolo (ciclo A)