Nell’incontro di invocazione per la pace svoltosi nei Giardini Vaticani domenica 8 giugno 2014 alla presenza di papa Francesco, dei presidenti Shimon Peres e Abu Mazen, con la partecipazione del patriarca Bartolomeo, nella preghiera dei cristiani si è recitata una preghiera attribuita a san Francesco d’Assisi, ma in realtà composta soltanto nel primo decennio del secolo XX. Un vero e proprio apocrifo nato come preghiera eucaristica ma che in occasione del primo conflitto mondiale ebbe una grande diffusione come invocazione di pace attribuita a san Francesco (cfr. C. Renoux, La preghiera per la pace attribuita a san Francesco, un enigma da risolvere, Padova 2003).
Ma allora non c’è nessun rapporto di questa prece con il Santo d’Assisi? Sinceramente si deve prendere atto di no, anche per la ripetizione del pronome “io”, modalità molto distante dallo stile, pensiero e spiritualità di frate Francesco. Tuttavia se nulla accomuna il suddetto testo conosciuto come “Preghiera semplice” si deve ammettere che in esso vi sono reminiscenze dei Detti del beato Egidio d’Assisi, uno dei primi unitisi alla fraternità minoritica. Infatti frate Egidio afferma: “Beato chi ama e non desidera essere amato; beato chi rispetta e non desidera essere rispettato; beato chi serve e non desidera essere servito; beato chi si comporta bene con gli altri e non desidera che gli altri si comportino bene con lui”.
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Per un approfondimento: Egidio d’Assisi, Detti, in Fonti agiografiche dell’ordine francescano, Editrici Francescane, Padova 2014.