Una delle cose più terribili, che possa accadere oggi ad un cristiano, è quella di essere considerato vecchio dentro, nel suo modo di appartenere alla realtà in cui vive. La società avanza, si rinnova, utilizza la sua ragione per allargare i confini della conoscenza e si estende all’inverosimile. L’ascolto di Dio ci permette di governare l’attualità nella giustizia sociale, senza rimanere imbrigliati nelle proprie certezze acquisite, subendo il nuovo che avanza. Senza la consapevolezza della attualità della Parola, cresce il rischio di non avvertire gli effetti positivi di quanto va oltre il passato e indirizza il mondo. L’intelligenza dell’uomo non deve mai andare in cantina, così come la forza spirituale di cui esso è dotato. Questi due elementi centrali nella struttura dell’essere umano, lo accompagneranno sempre, prima di ogni cosa, a percepire il valore soprannaturale dell’ascolto.
Ecco cosa rispose Gesù a uno degli scribi che gli aveva chiesto quale fosse il primo dei comandamenti. “Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi”.
L’ascolto del Signore genera l’amore per il prossimo. Ascoltare diventa così amare e quindi saper vivere, permettendo all’uomo di leggere e intendere il tempo, nelle sue continue e necessarie trasformazioni.
Noi oggi rischiamo di essere vecchi dentro, perché non abbiamo la forza di liberarci dalla regnatela dei nostri soliti pensieri. Siamo bravi, a parole, nel rottamarli, mentre per una forma di vera conservazione, li tolleriamo, anche se portatori di affanni e di dolori. Il vescovo mons. Giuseppe Fiorini Morosini, nell’omelia d’ inaugurazione della catechesi del Movimento Apostolico nella sua diocesi di Locri-Gerace, ha esortato i battezzati ad ascoltare la Parola del vangelo, per vincere la desertificazione della fede, ricordando Benedetto XVI nell’ultima assemblea generale del Sinodo. Senza la Parola, ha esortato il Pastore, già Superiore Generale dell’Ordine dei Minimi, non può crescere quella fede dentro di noi, necessaria a fare arrivare “porta a porta” la propria esperienza di vita cristiana, senza intimidirsi dinnanzi ad espressioni o convinzioni, diametralmente opposti.
Se il mondo oggi è ancora in preda alle guerre; alla corruzione; alla prostituzione selvaggia; alla droga, quale status di vita; alla menzogna organizzata; alla derisione del prossimo; alla illegalità diffusa; alla criminalità organizzata, significa che Cristo continua a trovare un popolo sordo.
Si è perso lo spirito originale dell’ascolto. Noi sbaciucchiamo le immagini dei santi, ma non seguiamo la freschezza della loro vita. Loro hanno cambiato la storia, noi restiamo ancorati alla carezza immobile del passato. Don Bosco, pur senza alcun tipo di sostegno, prese i ragazzi per strada e li fece uomini. Oggi le nostre strutture di solidarietà, a qualsiasi livello, molte volte chiudono le porte e mentre lamentano mancanza di soldi, rimangono inattive. Intanto il prossimo si perde! Il vero ascolto svanisce. Noi cattolici siamo troppo attenti a difendere le nostre corazze sicure, rischiando di sovrastare la nostra predisposizione ad ascoltare la freschezza della Parola dello Spirito. È proprio l’ascolto che ci pone in una contemporaneità continua. In qualsiasi campo l’uomo deve aggiornarsi e se saprà ascoltare Cristo, riuscirà meglio a distinguere il vento del cambiamento e non essere così, per usare un termine attuale, “fuori mercato”. Chi sa ascoltare rivede e rinnova la sua vita e sfugge ad una triste e precoce vecchiaia interiore. Il Cristiano sia, in questo tempo difficile, nell’ascolto della Parola di Cristo, l’attualità di Dio nella storia!
* Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, collabora con il Ministero dell’Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo La nuova primavera dei giovani.
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