Bisogna fare di tutto per non lasciare soli i giovani del nostro tempo. Attenzione però a non illudere nessuno, creando false aspettative, ignorando le condizioni economiche e sociali reali, in cui stiamo vivendo. Diciamo subito che la mentalità diffusa e dominante, spesso permeata di pessimismo, induce l’essere umano, di oggi, a vivere la sua storia con leggerezza, senza ideali, con legami fluidi.

Proprio i giovani rischiano di diventarne le vittime eccellenti, compromettendo il futuro delle nostre comunità. Contro i rischi di questi atteggiamenti diventa necessaria una religione al servizio dell’uomo, capace di riportarlo all’ascolto dello spirito santo che è in lui. Il Papa invita, perciò, i cristiani a tornare alla fede e rinnovarsi nell’educare le nuove generazioni alla stabilità degli affetti, alla fiducia, alla Verità e al senso profondo dell’esistenza che superi il contingente.

Benedetto XVI, in un passaggio della udienza generale, di metà ottobre, ha così analizzato la realtà odierna: “Oggi viviamo in una società profondamente mutata anche rispetto ad un recente passato e in continuo movimento. I processi della secolarizzazione e di una diffusa mentalità nichilista, in cui tutto è relativo, hanno segnato fortemente la mentalità comune”.

Il Pontefice ha poi osservato come in questo contesto la vita venga vissuta spesso con leggerezza, senza ideali chiari e speranze solide, all’interno di legami sociali e familiari liquidi, provvisori. In questo contesto, mentre i giovani vengono conquistati con effetti speciali, rischia di spegnersi, giorno dopo giorno, la loro capacità di dar corso ai propri sogni e alle proprie attese, in relazione a talenti e a carismi personali. Tutti i credenti dobbiamo essere mobilitati, nel ruolo che occupiamo, per fermare questo stato di cose.

L’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, mons. Vincenzo Bertolone, in una lettera ai giovani universitari, auspicando in Calabria un cambiamento favorevole della qualità dell’offerta accademica, invita loro a non rinunciare mai  alla propria gioventù, ai propri valori, alla consapevolezza di essere protagonisti del presente e padroni del futuro.

L’illuminato pastore calabrese, ricorda che la Chiesa vuole essere vicina alla volontà dei giovani universitari nel cambiare la situazione in un’evoluzione migliorativa e li esorta a tendere verso l’infinito amore di Dio. Consegna poi loro, tra le altre, una interessante citazione dello scrittore francese Antoine de Saint-Exupéry, autore de “Il piccolo principe”, che ha dato vita a pagine molto suggestive sul bene della libertà, sulla generosità, senza calcolo e preconcetti, dell’amore:  

“Se tu devi formare un navigatore, non devi insegnargli soltanto come si costruisce la barca, con le doghe, la pece, l’albero maestro con le mappe nautiche, ma devi cercare di instillare in lui la nostalgia del mare spazioso e infinito. Solo così avrai fatto un vero navigatore”. In questa formazione interiore la religione ha il compito di illuminare il cammino del mondo. I tempi sono difficili.

Mons. Costantino Di Bruno, commentando un passo del vangelo di Luca, in merito ai farisei che approfittano della debolezza delle vedove e degli umili,  sottolinea la stranezza della religione quando ci si serve di essa per il culto della propria persona. Sempre nella religione vi sono stati e ci saranno i falsi profeti, gli approfittatori, i disonesti, gli imbroglioni, gli ipocriti, i sobillatori, i faziosi, i rivoluzionari, gli impuri di mente e di pensiero, i falsari della verità, i traditori della giustizia, i manipolatori delle coscienza. La religione è una vera rete gettata nel mare del mondo che prende ogni sorta di pesci.

Il sacerdote chiude così la sua riflessione: “Ad ogni uomo la responsabilità ultima di un discernimento nello Spirito Santo, in modo che la sua coscienza viva solo per la più pura e santa verità di Dio e dell’uomo”. I giovani vanno aiutatati a non cadere nella rete sbagliata. Buon anno dunque a loro, ma anche a voi tutti della famiglia di Zenit! Auguri!!!

* Egidio Chiarellapubblicista-giornalista, collabora con il Ministero dell’Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo La nuova primavera dei giovani.