Lettura

I vv. 1-4 costituiscono il prologo dell’epistola giovannea e ne espongono il tema: annunciare agli altri ciò che gli apostoli hanno esperimentato del «Verbo della vita», perché tutti abbiano, insieme a loro, comunione col Padre e con Gesù, e così sia piena la gioia degli annunciatori del lieto messaggio. La gioia di Giovanni sta, infatti, nel comunicare agli altri la grazia (cfr. 2Gv 12; 3Gv 4), nell’aprire anche i fratelli alla felicità dell’intimità con Dio. Al sepolcro del Risorto, Giovanni «entrò, vide e credette», e fu il primo a credere nella Risurrezione.

Meditazione

Quando si fa esperienza di qualcuno che riteniamo importante, non possiamo tenere per noi tale scoperta. Sentiamo il bisogno di trasmetterlo agli altri in maniera disinteressata, perché anche loro possano godere di ciò che noi per primi abbiamo sperimentato. Il Vangelo, in questo clima natalizio, ci investe di una ventata pasquale. La morte di Gesù, ci dice il Vangelo, genera vita a ogni livello. Maria corre a portare l’annuncio a Pietro e Giovanni. Pietro e Giovanni corrono al luogo dove la morte si è trasformata in vita. Se il primo a entrare nel sepolcro è Pietro, è ancora Giovanni il primo a vedere in un modo diverso (è usato anche un verbo diverso) dal vedere di Pietro: un vedere/credere la percezione di una verità vitale che è in qualche misura «toccare il Verbo della vita». La fede è una ricerca, una tensione (correre). Una percezione progressiva, l’accesso a un mondo nuovo (entrare). Un’esperienza esistenziale, concreta (vedere). Il discepolo amato ha uno sguardo diverso, ha lo sguardo d’amore che percepisce prima degli altri la presenza della novità di Gesù. La fede porta all’annuncio. E l’annuncio ha un solo fine: la comunione. Comunione fra chi dà e chi riceve l’annuncio. Giovanni rappresenta la schiera di tutti coloro che hanno con il Signore un rapporto profondo, che tocca le profondità dell’essere. Quanti santi, dopo di lui, hanno avuto la stessa esperienza di Gesù: per essi, il Signore non era un’idea, o un concetto da ricordare. Era una persona viva, l’amico più intimo e l’amato da accogliere nella propria vita. Molti cristiani, quando si tratta di correre per Gesù, diventano improvvisamente pigri e indolenti: per essi Cristo è soltanto un’idea astratta, che serve a ricordare loro delle regole da tenere a mente, più che una persona viva con la quale relazionarsi. Questo brano mi invita a guardarmi dentro per rispondere sinceramente a questa domanda: chi è davvero Gesù per me?

Preghiera

O Dio, che per mezzo dell’apostolo Giovanni ci hai rivelato le misteriose profondità del tuo Verbo: donaci l’intelligenza penetrante della Parola di vita, che egli ha fatto risuonare nella tua Chiesa (Orazione colletta).

Agire

Mi fermo un istante per dirmi che mi trovo dinanzi al Risorto, che vuole parlarmi e incontrarmi.

Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, M.S. (Missionari de La Salette), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it