Il Natale, che negli anni, purtroppo, si è trasformato in festa consumistica, rischia di appesantire ulteriormente l’attuale condizione psicologica e morale delle persone e delle famiglie, che si sentiranno lacerate e divise tra i richiami al consumo e la precarietà della realtà in cui vivono. Che fare? Quale messaggio potrà essere tanto forte da raggiungere le coscienze, sostenere moralmente e tenere lontano il rischio di ulteriori lacerazioni?

Natale è la festa della relazione di Dio con l’umanità: nella pienezza della storia Dio ha posto la sua dimora tra le nostre case ed ha avviato un dialogo personale con ogni essere umano, chiamato a vivere sulla faccia della terra. Lo ha fatto non nella maestosità della sua potenza, ma nella semplicità e ordinarietà della condizione umana.

Francesco d’Assisi aveva compreso questa realtà e ad essa aveva adeguato la sua esistenza. Voleva che ogni uomo scoprisse e sperimentasse la gioia di essere familiare di Dio, nella persona di suo Figlio Gesù Cristo.

La comunità del S. Convento, con l’aiuto di molti di voi, è riuscita ad animare e alimentare la speranza di tanti, che guardano a San Francesco attraverso le iniziative di spiritualità, solidarietà e ecologia sostenibile. Penso alla ricostruzione ed inaugurazione, in questo Natale, della chiesa e dell’oratorio di San Francesco d’Assisi in Haiti dopo il tremendo terremoto del 2010; alle 40 casette e alle biciclette consegnate alle famiglie e ai bambini dello SriLanka, martoriati dalla guerra civile e a tanti altri progetti attuati o in via di attuazione in varie parti del mondo.

Abbiamo voluto accendere la speranza anche con la riflessione elaborata grazie al convegno del 18 giugno 2012 su “Francescanesimo ed economia” in cui sono emerse indicazioni e possibilità di recupero di una economia sociale atta a riequilibrare i dissesti procurati dall’attuale sistema. E come non ricordare Il “Cortile dei Gentili” o “Cortile di Francesco”, svolto in Assisi nei giorni 5 e 6 ottobre u.s., nel quale credenti e non credenti hanno dato vita ad un dialogo carico di speranza per l’attuale e futura generazione?

Formulo l’augurio che ogni uomo si apra alla speranza e possa avvertire il respiro caldo e amorevole del Dio fatto Bambino, che ci incoraggia a non rimanere inerti, ma ad usare la sua forza e la sua luce per costruire un mondo più umano, libero e fraterno.

Buon Natale!