ROMA, sabato, 22 dicembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

I doni più preziosi non vanno conquistati, ma attesi. È il caso di Anna, madre del giovane Samuele, che si reca nel santuario per ringraziare il Signore del dono della maternità, concessole dopo insistente preghiera. Ella porta con sé alcuni doni in natura, ma soprattutto il dono del figlio Samuele, che ella offre a Dio con generosità, ricambiando il dono. Il cantico del Magnificat sintetizza l’intera storia della salvezza, da Abramo fino al compimento in Maria, immagine della Chiesa di tutti i tempi.

Meditazione

Il legame che unisce la prima lettura, tratta dal libro di Samuele, e il Vangelo di Luca recante il Magnificat di Maria, è significativo: due madri, Anna e Maria, sono nella gioia e nella lode riconoscente per il dono della vita che è in loro, segno della bontà di Dio, e si affidano con cuore semplice e puro al Signore. I frutti delle opere di Dio si raccolgono non nell’agitazione o nella forzatura violenta, ma nell’attesa silenziosa e piena di fiducia. Dio agisce sempre nel segreto e non in modo appariscente: nondimeno il risultato è efficace e straordinario. Sentendosi chiamata “madre del Signore”, la Vergine Madre prorompe in un canto colmo di poesia e vibrante di intensissima lode al Signore. È sicuramente eccezionale la sensibilità della Vergine, accresciuta dalla pienezza dello Spirito che la inabita. Ciò ci aiuta comprendere l’intensità della preghiera che è misurata dalla profondità dell’amore. Maria si rivolge a Colui che l’ha amata esaltandola nella verginità e rendendola madre del Cristo. Vuole esaltare e magnificare l’opera divina che s’adempie in lei, ma che è per l’umanità intera. Sente che il suo ruolo è ormai aperto a Dio e al mondo. Sente, con viva intensità, che alla compiacenza divina farà riscontro nei secoli la perenne beatitudine che verrà proclamata per lei dagli uomini di tutti i tempi. Tutti coloro che faranno parte della schiera dei salvati, coloro che volgeranno lo sguardo a Cristo, non potranno non vedere Lei, la madre. Tutti coloro che vorranno benedire il Signore per la redenzione apportata agli uomini, sicuramente troveranno nel canto di Maria le parole migliori per lodarlo e ringraziarlo. Acquista un particolare significato la preghiera di Maria, se noi la professiamo dinanzi al presepio. È un bel modo di proclamarla ancora «beata». I cantici sono il termometro della vita delle comunità. Rivelano il grado di coscienza e di impegno. Esamina i cantici della tua comunità. Siamo consci anche noi che la povertà e la semplicità di cuore sono le condizioni essenziali per piacere a Dio ed essere ricolmi della sua ricchezza?

Preghiera

«O Re delle genti e pietra angolare della Chiesa: vieni e salva l’uomo che hai formato dalla terra».

Agire

Ripeti spesso e vivi oggi la Parola: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore» (Lc 1,46).

Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, M.S. (Missionari de La Salette), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it