ROMA, mercoledì, 19 dicembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Nelle due letture di oggi, con un parallelo tra la sterilità della madre di Sansone e la sterilità di Elisabetta, madre di Giovanni, traspare il tema di fondo di tutta la storia della salvezza. Dio interviene a favore del suo popolo e manifesta la sua potenza e misericordia attraverso strumenti deboli e incapaci. L’azione di Dio infrange e scavalca tutti i progetti e i calcoli umani.

Meditazione

Sappiamo che per il battesimo siamo stati costituiti profeti, in altre parole annunciatori di Dio. L’esempio di Zaccaria deve essere paradigmatico. Non possiamo annunciare noi stessi, le nostre idee, i nostri progetti, ma ciò che Dio è e quello che ci comunica continuamente. Questo compito presuppone un rapporto ininterrotto e autentico con lui. La preghiera deve essere assidua e in grado di farci incontrare con Dio e non con noi stessi, come può capitarci più spesso di quello che potremmo credere. L’annuncio, poi, non significa blaterare una moltitudine di parole, ma testimoniare la nostra esperienza di Dio che con fatica e gioia cerchiamo di vivere ogni giorno. Come è avvenuto per Zaccaria, così capita anche a noi: meno parliamo e più facciamo spazio a Dio che parla, maggiore sarà la nostra credibilità di annunciatori del lieto messaggio. In Europa stiamo sperimentando la nostra sterilità: stiamo vivendo una forte crisi vocazionale. La Parola di oggi ci dà grande speranza. Dio non si arrende dinanzi alle resistenze né della natura né degli uomini. Chiama però sempre l’uomo alla libera e amorosa collaborazione per condurre a termine il suo disegno. Con il nostro sì permettiamo a Dio di penetrare nelle nostre “sterilità” ed egli compirà le sue meraviglie. È la preghiera di Zaccaria che ha ottenuto al corpo ormai vecchio di Elisabetta di donare ancora la vita; e la risposta di Dio supera sempre le nostre aspettative. Giovanni Battista sarà “colmo di Spirito Santo già nel grembo della madre”, e diventerà l’uomo della riconciliazione perché «ricondurrà i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto» (cfr. Lc 1,17). Cosa mi colpisce maggiormente in questa visita dell’angelo Gabriele a Zaccaria? Convertire il cuore dei genitori verso i figli e dei figli verso i genitori, ricostruire cioè il tessuto del rapporto umano fin dalla base, e rifare la vita in comunità. Era questa la missione di Giovanni. È stata anche la missione di Gesù e continua ad essere la missione oggi più importante. Come contribuisco a questa missione?

Preghiera

Con fede diciamo: «O radice di Iesse, che ti innalzi come segno per i popoli vieni e compi meraviglie sulle nostre sterilità, non tardare!».

Agire

Come il Battista, cercherò di essere persona di riconciliazione, ripetendo la preghiera di san Francesco: “Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace”.

Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, M.S. (Missionari de La Salette), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it