Una bella soddisfazione per il presidente della Commissione comunale alla cultura, Angelantonia Di Cicco, che è riuscita ad organizzare, anche quest’anno il concorso “I presepi nei forni”, una manifestazione che si rinnova da dodici anni. Parliamo di Valleluce (m. 369 s. l. m.), una frazione di S. Elia Fiumerapido, di 498 abitanti vicino Cassino.
Passeggiando tra i vicoli del centro storico si ha modo di sognare e rivivere la semplicità dei tempi antichi in un contesto dove anche le pietre hanno da raccontare e dove la storia ha molto da dire con la presenza di S. Nilo per ben quattordici anni. I forni un tempo usati per cuocere il pane oggi rivivono la tradizione dei presepi. Il suggestivo borgo si trasforma in una piccola Betlemme dove ormai si è ben radicato tale evento, raro se non unico. Un percorso reso affascinante dall’odore del fumo dei camini accesi che riscaldano le case e dall’incontro con la gente semplice, umile e accogliente di Valleluce.
L’esposizione dei presepi nei forni continua ad ottenere grandi consensi da parte dei visitatori che vengono coinvolti con particolare suggestione ed emozione. La mostra si compone di pregevoli esempi di presepi di varie fogge frutto della fantasia e della creatività dei proprietari dei forni.
Singolari i presepi realizzati esclusivamente con materiale riciclabile come le bottiglie di plastica ad opera dei detenuti dell’Istituto penitenziario di Cassino. Altrettanto originale è la creatività espressa da un gruppo di disabili dell’Istituto alberghiero sempre di Cassino.
Una menzione a parte merita l’opera capolavoro dei bambini della scuola dell’infanzia di Valleluce coadiuvati da alcuni genitori come Piera Pomponio, Vanessa Cuozzo, Simona Persichini, Morena Di Cicco e Miriam Pacitto che hanno messo a disposizione tempo e pazienza per realizzare un presepio di elevata fattura tecnica e strutturale. Le materie prime usate sono alimenti scaduti come legumi secchi, zucchero, confetti, noci, uova, posa di caffè e pasta, che terminato il loro scopo principale hanno trovato nuova vita nelle mani dei bambini; mani attente, minuziose, gioiose, innocenti, capaci di stupirsi e di stupire, che hanno giocato mettendo impegno e serietà e soprattutto attraverso questa esperienza hanno acquisito un insegnamento fondamentale: il cibo è un bene prezioso, nonché un dono di Dio e per questo tutti i giorni non dobbiamo dimenticare di ringraziarlo per averne in abbondanza e soprattutto pregare e lavorare per tutti quegli esseri umani meno fortunati per cui il cibo è ancora una conquista quotidiana. Questo è stato insegnato ai bambini di Valleluce e a tutti i visitatori grandi e piccoli che in quei luoghi hanno fatto e faranno visita in queste sante giornate fino al sei gennaio: giorno della proclamazione dei vincitori. Ma un vincitore c’è già: la tradizione!