di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 10 febbraio 2012 (ZENIT.org).- Dal 1994 l’Associazione “Cristiani per servire” (http://digilander.libero.it/cristianiperservire) si occupa della situazione in cui “vivono” i malati mentali, le loro famiglie, dal punto di vista legislativo, sociale ed economico. 

Per conoscere la situazione di quanti soffrono malattie invalidanti e sui malati in genere ricordati, dalla “Giornata Mondiale del Malato” che si celebra domani, ZENIT ha intervistato il Presidente Franco Previte. 

E’ vero che le patologie mentali sono in forte crescita? E come si stanno comportando gli Stati?

Previte: La patologia mentale colpisce a vari livelli, dalla depressione alla schizofrenia grave, continuando a gemere sotto le ceneri del silenzio e dell’indifferenza. Colpisce in maniera sempre crescente persone di ogni età, specie i giovani, il 20% circa della popolazione: il 16% di varie forme di disagio mentale, il 4% di disordini mentali.

Più cresce la malattia e meno si spende per contrastarla. Debbo ricordare che le provvidenze sanitarie nel Bilancio per la malattia mentale in Italia è del 3,4%, mentre in Tanzania è del 7%, in Australia del 10%, in Gran Bretagna del 15%.

Non passa giorno che fatti od episodi riconducibili al disagio mentale, lasciano attonita e smarrita l’opinione pubblica.

Quelle tragedie che colpiscono le famiglie, le cui dinamiche nascono quasi sempre  da menti psichicamente instabili, stanno a dimostrare e testimoniare l’urgenza di un “problema” di vaste proporzioni che non deve sfuggire alle regole della ragione e garantire la sicurezza dei cittadini.

Vorrei ricordare che il Basaglia - padre della legge 180 - ha sempre affermato che “il malato va curato e non segregato”.

Il diritto alla salute ed alla sua tutela, così come sancisce l’art.32 della n/s Costituzione “nel rispetto della persona umana” ha una sua priorità e come tale esige sia in Italia come negli Stati aderenti alla Unione Europea interventi ad alta protezione sanitaria e ad una legislazione in modo coordinato e coerente valida in tutti gli Stati Europei.

E’ quanto abbiamo richiesto con diverse Petizioni al Parlamento Italiano ed Europeo.

Cosa si aspetta dalla Chiesa cattolica?

Previte: Meno male che la Chiesa Cattolica tiene “viva” la dignità dell’uomo e ne difende la morale.

Il 13 maggio 1992 il Santo Padre Giovanni Paolo II°, oggi Beato, ha istituito questa “Giornata” da tenersi ogni anno l’11 febbraio in cui si ricorda la Beata Maria Vergine di Lourdes. L’obiettivo di questa intuizione era quello di sensibilizzare la società laica a “donare” all’infermo una efficiente assistenza ed al credente cristiano il compito di stare sempre “vicino” a chi soffre. Giustamente la salute è il bene più prezioso che l’uomo ha ottenuto dal Creatore ed in questo giorno non può essere disatteso il pensiero anche nei riguardi di coloro che portano nel loro corpo i segni di una grande sofferenza sia fisica che mentale.

E’ un ambito socio-sanitario prioritario, perché prendersi cura dei disabili fisici , specie di quelle che soffrono un disagio psichico, è un “segno” civile e di rispetto dei doveri fondamentali dell’uomo, rievocati in questo giorno della “20° Giornata Mondiale del Malato”.

Tutti questi sofferenti sono “dimenticati” e per i meno sensibili sono considerati un fardello di persone inutili e pertanto il “peso” dell’assistenza viene “scaricato” sulle spalle dei familiari.

Non può essere disatteso ed ignorato la situazione in cui “vivono” le famiglie, le loro ansie, le loro speranze, le loro necessità, mentre la società nel porre una solidarietà esteriore continua a chiudersi nel proprio guscio, in un relativismo davvero disarmante.

Occorre dare quella solidarietà che il mondo della sofferenza attende e considerare che la celebrazione della ricorrenza di questa “Giornata” resta un evento che andando fuori dal nostro ambito non deve essere solo di rievocazione, ma un fatto costruttivo denso e pieno di significati.

Il richiamo del Magistero della Chiesa Cattolica nella “20° Giornata Mondiale del Malato” dell’11 febbraio, ci rammenta quali cristiani e buoni samaritani e non, che la vita umana, anche quella malata, deve trovare in noi una accoglienza ed una difesa della tutela della salute.

La parola del Papa è una “voce” che non lascia alcun dubbio, perché “ i valori della vita non possono essere decisi dalle mode o dalla politica” (Udienza Generale del Pontefice – Piazza S.Pietro- 17 ottobre 2007).