La Chiesa paga l'Imu: è giusto?

Le preoccupazioni sul decreto che impone la tassazione ai beni appartenenti agli Istituti religiosi

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di Salvatore Cernuzio

ROMA, domenica, 26 febbraio 2012 (ZENIT.org) – “Un’occasione propizia per un’attenta considerazione della presenza capillare di uomini e donne consacrati che operano al servizio della società italiana”, alla luce del recente decreto legge che impone la tassazione Imu agli immobili utilizzati per attività commerciali appartenenti a Istituti religiosi. 

Così don Alberto Lorenzelli SDB, Presidente Nazionale della Cism (Conferenza Italiana Superiori Maggiori), ha voluto commentare la presentazione del volume Per carità e per Giustizia. Il contributo degli istituti religiosi alla costruzione del welfare italiano, che si è svolto, ieri mattina, preso la Sala Protomoteca del Campidoglio.

Il volume, a cura della Fondazione “Emanuela Cancan”, ripercorre le tappe del cammino svolto dalla sicurezza sociale in Italia attraverso le opere e le iniziative che i religiosi italiani hanno realizzato nel tempo, in modo anche da porre uno sguardo più chiaro e approfondito sul provvedimento che, in questi ultimi giorni, ha suscitato non poche polemiche.

“È viva la nostra preoccupazione circa lo sviluppo delle decisioni che il governo vuole intraprendere circa la tassazione di nostri beni immobili”, ha dichiarato a riguardo don Lorenzelli.

“Tale stato d’animo – precisa – non è espressione di una malinconica perdita di privilegi ottenuti nel tempo storico da parte dello Stato”, bensì di “un preoccupato sguardo sulla futura continuazione delle nostre numerose opere, che ricevevano dall’autorità statale un adeguato riconoscimento per l’opera sociale compiuta a beneficio dei propri cittadini”.

Di fondamentale importanza, quindi, secondo don Alberto, la pubblicazione del volume: esso dà voce a tutti quei religiosi e religiose che hanno voluto raccontare il grande contributo delle opere di carità durante il faticoso formarsi dell’unità nazionale.

“Sfruttando l’occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia – ha aggiunto – il libro avvia un percorso storicamente attendibile e scientificamente verificato che migliora la conoscenza dell’attuale realtà”.

Un cammino difficile, dunque, che “ha avuto bisogno di spazi e luoghi, strumenti utili affinché l’opera caritativa potesse essere presente e svilupparsi maggiormente a beneficio di ogni categoria di persone presenti nel territorio nazionale”, come affermato ancora dal presidente Cism.

“Sulla base proprio delle tante iniziative della Chiesa e dei fedeli laici – ha poi aggiunto – si sono venute a sviluppare nei secoli quelle opere e quegli interventi che costituiscono oggi, con il significativo apporto dello Stato, il sistema di sicurezza sociale italiano”. 

Non può mancare, quindi, la richiesta, a nome di tutti i religiosi e le religiose nazionali, alle istituzioni pubbliche “di cui ci sentiamo fortemente collaboratori per il bene comune dell’Italia, di considerare questo dato nell’adempimento dell’iniziativa legislativa che si vuole intraprendere”.

Oltre a quanto elencato da don Lorenzelli, ciò che preoccupa il Vaticano riguardo all’introduzione della tassazione Imu sui beni immobili della Chiesa, sono le scuole paritarie, “soprattutto quelle dell’infanzia che spesso suppliscono alla mancanza di asili pubblici”, come ha dichiarato, venerdì scorso, il cardinale Tarcisio Bertone.

Il segretario di Stato Vaticano ha, infatti, ricordato i “circa 15 mila servizi” sanitari e socio assistenziali con cui le opere della Chiesa contribuiscono al welfare italiano.

Anche il vicepresidente Pdl alla Camera, Maurizio Lupi, ha esposto le sua perplessità, in particolare riguardo al rischio chiusura degli asili nido parrocchiali “dove gli operai mandano i loro figli e che non possono ovviamente aumentare di 200 euro le rette”.

Rischio che coinvolge anche le scuole degli ordini religiosi e le cooperative di genitori che “di Imu su vecchi edifici di vasta metratura dovrebbero pagare cifre insostenibili”.

In questo caso “non c’entrano niente i privilegi della Chiesa”, ha affermato l’on. Lupi, “così si nega la funzione pubblica svolta da privati senza scopo di lucro. Il governo chiarisca, altrimenti mette in pericolo un servizio pubblico rivolto a tutti”.

D’accordo anche Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, che ha chiesto di distinguere le attività commerciali dai luoghi in cui “c’è supplenza caritatevole e assistenziale, dove si danno i pacchi della Caritas e nelle scuole dove si insegna ai nostri figli”.

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ZENIT Staff

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