di Tiziano Vecchiato
ROMA, sabato 25 febbraio 2012 (ZENIT.org).- Ricostruire il cammino della sicurezza sociale in Italia attraverso le opere, le iniziative profetiche, le esperienze che i religiosi e le religiose hanno realizzato nel tempo, soffermandoci sui 150 anni dell’unità d’Italia ha un duplice significato. Innanzitutto, quello di far conoscere una parte della nostra storia che non c’è né nelle celebrazioni ufficiali né nella storiografia tradizionale: la storia del welfare a partire dagli ultimi e attraverso le dirompenti iniziative della Chiesa che, per prima e fin dal suo costituirsi, ha realizzato attraverso opere e interventi che solo nel Novecento diventeranno patrimonio pubblico.
È sulla base delle tante iniziative della Chiesa e dei fedeli laici che si sono venute nei secoli sviluppando quelle opere e quegli interventi che costituiscono oggi, con il significativo apporto dello Stato, il sistema di sicurezza sociale italiano.
Ma il volume “Per carità e per giustizia. Il contributo degli istituti religiosi alla costruzione del welfare italiano” a cura della Fondazione “Emanuela Cancan” ha anche uno sguardo rivolto al futuro: dalla presentazione storica all’indicazione di prospettive di innovativa e incisiva presenza sulle frontiere delle nuove povertà, di nuove metodologie di intervento, di stimolo a forme inedite di partecipazione e corresponsabilizzazione. Lo spirito profetico dei Santi sociali dell’Ottocento, che traspare in tutto il volume deve ispirarci e infonderci il coraggio della novità.
I 150 anni dell’unità di Italia costituiscono l’occasione ideale per avviare una ricostruzione storica delle origini e dello sviluppo dello Stato sociale italiano e, insieme, per una migliore conoscenza dell’attuale realtà. Per non lasciar ancor troppo nascosto il contributo di queste opere di carità, nel faticoso formarsi dell’unità nazionale, i religiosi e le religiose lo hanno voluto raccontare e far vedere attraverso un percorso storicamente attendibile e scientificamente verificato.
A differenza dei secoli scorsi, molte situazioni di bisogno sono oggi in gran parte tutelate dall’intervento pubblico (ospedali, pensioni, ammortizzatori sociali ecc.), ma, come nei secoli scorsi, ci sono vecchie e nuove povertà rispetto alle quali l’intervento pubblico è impreparato: uno spazio che solo la solidarietà nelle sue molteplici forme organizzate, che costituiscono l’ossatura portante del Terzo settore impegnato nel sociale, può riempire.
Per ogni approfondimento: http://www.fondazionezancan.it/pubblicazioni/view/543