di padre Angelo del Favero*
ROMA, giovedì, 23 febbraio 2012 (ZENIT.org).- Gen 9,8-15
“Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: “Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra”.
1 Pt 3,18-22
“Carissimi, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello Spirito.”.
Mc 1,12-15
“In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”.
Mosso interiormente nel medesimo Spirito che vi sospinse Gesù, il credente battezzato rimane quaranta giorni con il Signore nel deserto, per prepararsi al dono della gioia pasquale.
Profondamente bisognoso di silenzio e di serenità, egli desidera una Parola vera che lo riconduca all’armonia con se stesso e con i fratelli, facendogli amare la vita in loro compagnia nella confortante certezza che, oltre le morte, contemplerà per sempre lo splendore del volto di Cristo Risorto: è Lui “l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine” (Ap 22,13), Lui il compimento personale dell’ alleanza stabilita da Dio con l’uomo, nel momento, e per ciò stesso, che ogni persona è creata “ad immagine e somiglianza di Dio” (Gen 1,27).
La Quaresima non è tanto un tempo del calendario, ma è il tempo del cuore, il “tempo compiuto” (Mc 1,15), come proclama oggi Gesù.
E’ il “kairòs”, il tempo personale e definitivo dell’abbondanza della vita (Gv 10,10), tempo di quella gioia inalienabile e propria di Gesù che scaturisce dalla realizzazione di sé nell’Amore e nell’obbedienza alla volontà del Padre.
“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo” (Mc 1,15). E’ l’annuncio di un cammino verso la meta più desiderabile che ci sia: la felicità duratura in questa vita, che diventerà beatitudine eterna nell’altra.
Che il tempo sia compiuto, oggi, ha un significato simile all’annuncio del parto: inizia qualcosa che già ti portavi dentro, e se l’accoglierai come un dono da custodirea tempo pieno nell’amore, la tua esistenza non conoscerà più la tristezza della solitudine.
“La gioia è il segno infallibile della presenza di Dio”, affermava Leon Bloy, ed intendeva che la sua fonte, zampillante senza interruzione dal profondo del cuore, è l’incontro quotidiano con il Signore Gesù.
Ecco, al riguardo una significativa testimonianza:
“Un malato terminale di AIDS alla Casa Dono della Pace tenuta dalle Missionarie della Carità, ha chiesto il battesimo. Quando il sacerdote ha chiesto una espressione di fede, lui ha mormorato: “quello che so è che io sono infelice, e le suore invece sono molto felici anche quando le insulto e sputo loro addosso. Ieri finalmente ho chiesto loro il motivo della loro felicità. Esse hanno risposto: “Gesù”. Io voglio questo Gesù, così posso essere felice anch’io.” (Cardinale Timothy Dolan., Omelia nella Giornata di preghiera per il Collegio Cardinalizio, 17 febbraio 2012).
L’essere umano è concepito come un essere-per-la-gioia, e lo dimostra il fatto che tutti i bambini sono spontaneamente gioiosi davanti al volto della loro mamma. Potrei dire che lo sono per il fatto ontologico di esserlo già da nove mesi, poiché Dio Padre-Madre, che in Cristo li “ha scelti prima della creazione del mondo” (Ef 1,4), sin dal concepimento li guarda con il suo volto ineffabile di amore radioso, né mai volgerà altrove il suo sguardo fino a quando Lo vedranno direttamente “così come Egli è” (1Gv 3,2): “gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra” (Salmo 16,11).
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* Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E' diventato carmelitano nel 1987. E' stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.