Kateri Tekakwitha: la prima santa nativa del Nord America

Morta all’età di 24 anni, era conosciuta come “Il giglio dei Mohawk”

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ROMA, venerdì, 17 febbraio 2012 (ZENIT.org) – Quando domani Papa Benedetto XVI annuncerà la data della canonizzazione di sette nuovi santi, ci sarà fra di loro anche la Beata Kateri Tekakwitha (1656-1680). La giovane, morta all’età di appena 24 anni, sarà la prima amerindia ad essere proclamata santa.

Dichiarata venerabile da Pio XII in piena Seconda Guerra Mondiale, il 3 gennaio 1943, è stata proclamata beata da Giovanni Paolo II 22 giugno 1980. Il 19 dicembre scorso Papa Benedetto XVI ha firmato il decreto che riconosce un nuovo miracolo attribuito alla sua intercessione, necessario per la canonizzazione.

Nota come “il giglio dei Mohawk”, Kateri Tekakwitha nacque nel 1656 nella comunità Mohawk di Ossernenon, nei pressi dell’attuale Auriesville, nello Stato di New York, da una algonchina cristiana e da un irochese pagano.

All’età di quattro anni, la bambina perde i suoi genitori e il suo fratellino quando il villaggio rimane colpito da un’epidemia di vaiolo. La malattia lasciò la bambina quasi cieca e con il volto sfigurato. A prendere cura di lei sarà uno zio, fortemente ostile al cristianesimo.

Kateri aveva 10 anni quando si trasferisce nel villaggio di Caughnawaga (l’attuale Fonda, sempre nello Stato di New York). Nel 1667, il villaggio riceve la visita di missionari gesuiti francesi, i padri Frémin, Bruyas e Pierron. E’ con loro, e successivamente con padre Jacques de Lamberville, che la giovane viene iniziata in segreto al cristianesimo.

Riceve il battesimo e il nome di Kateri (Caterina) il giorno di Pasqua del 1676, dopo aver promesso a suo zio di non lasciare il villaggio. Kateri realizza delle croci con dei ramoscelli e conduce una vita dedicata alla preghiera. Non vuole sposarsi, dicendo di essere la sposa di Dio e che nessun uomo può prendere il posto del Signore nel suo cuore.

La sua comunità accoglie la conversione della giovane con ostilità e persino minacce, al punto che Kateri decide di fuggire attraverso foreste e paludi, raggiungendo la missione di San Francesco Saverio nella Nazione Mohawk di Kahnawake, nella provincia canadese del Québec.

Riceve la prima comunione il giorno di Natale del 1677 e fa inoltre voto di verginità perpetua nella festa dell’Annunciazione del 1679. A Kahnawake, dove tutti sapevano della sua fede e santità, Kateri insegna le preghiere ai bambini, assiste gli anziani e i malati, e partecipa spesso alla Santa Messa, all’alba e al tramonto.

Ma la salute di Kateri si sta deteriorando rapidamente. Muore di tubercolosi il 17 aprile 1680, poco dopo il suo 24° compleanno, e viene sepolta nella missione di San Francesco Saverio. Le sue ultime parole furono “Jesos Konoronkwa”, cioè “Gesù, ti amo”.

Alcuni testimoni riferirono che pochi minuti dopo la sua morte i segni lasciati dal vaiolo scomparvero inspiegabilmente dal viso di Kateri, avvolto da una luce radiante.

[Traduzione dal francese e rielaborazione a cura di Paul De Maeyer]

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ZENIT Staff

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