Gerusalemme: il patriarca Twal visita la Kehilla

Il Consiglio delle istituzioni religiose di Terra Santa condanna la profanazione del monastero greco-ortodosso

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ROMA, mercoledì, 8 febbraio 2012 (ZENIT.org) – Domenica scorsa, 5 febbraio, per la prima volta da quando è diventato patriarca latino di Gerusalemme, monsignor Fouad Twal ha visitato la Kehilla, ossia la comunità cattolica di lingua ebraica della Città Santa. Lo ha riferito il sito internet (http://www.lpj.org) del patriarcato (6 febbraio).

Il patriarca ha celebrato una Messa nella cappella di San Simeone e Sant’Anna, la quale ospita la comunità cattolica di espressione ebraica. Nell’occasione, il presule ha consacrato anche il nuovo altare della cappella.

Twal, che aveva visitato la comunità già nel 2007, quando era ancora vescovo coadiutore del patriarcato, è stato invitato a celebrare la Messa per la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, che è anche la festa della casa parrocchiale. Come spiega il sito del patriarcato, Simeone e Anna attendevano infatti il Messia e lo riconobbero nel bambino portato al Tempio da Maria e Giuseppe.

Il nuovo altare, realizzato dai mastri carpentieri Yona e Stas, è stato finanziato dalla famiglia svizzera, Frick. La messa presieduta dal patriarca è stata celebrata in francese ed in arabo, mentre i fedeli hanno risposto sia in arabo che in ebraico.

Tra la ventina di concelebranti c’erano anche il vicario del patriarcato di Gerusalemme per i cattolici di lingua ebraica, padre David Neuhaus, S.I., e il vice-cancelliere del patriarcato, padre Marcelo Gallardo, I.V.E. Alla solenne cerimonia hanno assistito circa 120 fedeli, un numero superiore ai posti della cappella, come ha sottolineato il sito del patriarcato.

Nella sua omelia, pronunciata in francese e tradotta in ebraico, mons. Twal ha offerto una meditazione su Simeone ed Anna, due figure presentate dall’evangelista Luca (2,25-38), e ha parlato anche dei recenti eventi nella vita della Chiesa, fra cui il Sinodo per il Medio Oriente del 2010 e il Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, che si svolgerà nell’ottobre prossimo a Roma.

Sempre a Gerusalemme, il Consiglio delle Istituzioni religiose della Terra Santa ha condannato in un comunicato “gli atti di profanazione e le scritte sul monastero greco-ortodosso di Gerusalemme”, avvenuti nella notte tra lunedì 6 e martedì 7 febbraio.

Nella dichiarazione, disponibile sul sito del patriarcato di Gerusalemme (7 febbraio), l’organismo respinge ogni strumentalizzazione dei luoghi santi. “Il Consiglio – si legge – invita le persone di tutte le confessioni, cristiani, ebrei e musulmani, a rispettare tutti i Luoghi santi e gli spazi delle tre religioni, e deplora fortemente il comportamento degli estremisti che sfruttano o coinvolgono i Luoghi sacri in un conflitto politico e territoriale”.

L’appello è stato firmato a nome del Gran Rabbinato di Israele, del Ministero del Waqf (Fondazioni Pie) e degli Affari Religiosi dell’Autorità Palestinese, e dei Capi delle Chiese locali in Terra Santa.

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ZENIT Staff

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