L'identikit dei "millennials"

La ricerca “Rapporto giovani” dell’Istituto Toniolo è stata presentata questa mattina in occasione dell’incontro del card. Scola con i giornalisti

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Grandi consumatori di notizie on line. Capaci di valutarle criticamente. Ma scoraggiati sulla possibilità che il maggiore accesso all’informazione reso possibile dalle tecnologie possa cambiare da solo la realtà. È l’identikit dei millennials, i primi nativi digitali, che nel 2000 hanno compiuto diciotto anni, indagati nella ricerca “Rapporto giovani”, voluta dall’Istituto Toniolo, Fondazione Cariplo e Università Cattolica, presentata ieri all’apertura dell’incontro del cardinale Angelo Scola con i giornalisti tenutosi all’Istituto dei ciechi di Milano, in occasione della celebrazione del santo patrono, san Francesco di Sales.

Secondo l’indagine, condotta su 9 mila ragazzi italiani tra i 18 e i 29 anni, la fruizione di informazione su web, molto ampia e diffusa, è ormai quasi sui livelli dei telegiornali, che tuttavia resistono, ma solo perché fruiti passivamente in casa. Oltre il 70% apprende le notizie dai giornali on line, una percentuale poco inferiore rispetto a quella di chi si informa guardando i tg (poco meno dell’80%) e doppia rispetto a chi cerca informazione ancora sui giornali cartacei (il 30%). Tra i ragazzi più giovani del campione, il consumo di informazione on line è addirittura superiore, oltre l’80%, mentre calano i Tg come principale fonte di approvvigionamento di notizie. Il che fa prevedere che nei prossimi anni il web supererà la televisione.

Sul piano dell’affidabilità giornali on line e cartacei sono considerati i mezzi più credibili. Il 40% dà un giudizio positivo. Il web, inoltre, suscita più fiducia proprio fra chi ha un’istruzione più elevata ed è, dunque, presumibilmente in grado di discriminare maggiormente tra l’ampia offerta disponibile in rete. Tra costoro, superano il 45% coloro che promuovono a pieni voti le testate on line.

Per la stragrande maggioranza dei giovani (circa il 70%) sono i giornali on line e siti di informazione ad avere l’influenza maggiore sulla formazione delle idee politiche, un’influenza superiore a quella dei telegiornali e della carta stampata, quest’ultima ritenuta in grado influenzare l’opinione pubblica per il 50% degli intervistati.

«I giovani analizzati nell’indagine – commenta il professor Alessandro Rosina, tra i curatori della ricerca – risultano fortemente convinti del ruolo positivo delle nuove tecnologie sulla possibilità di informarsi e come strumento per creare maggior consapevolezza». «Appaiono invece scettici – osserva il professore – sulla capacità in Italia di produrre attraverso il web vero rinnovamento e di incidere sui processi decisionali. Cittadini digitali, quindi, che si sentono però ancora sostanzialmente esclusi dal paese reale».

* Altre informazioni sul Rapporto Giovani su www.rapportogiovani.it

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ZENIT Staff

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