È fuori di sé

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Gesù viene giudicato dai suoi come una persona “fuori di sé”. Non basta la vicinanza fisica e neppure i rapporti di parentela per comprendere il mistero che avvolge la persona di Cristo. Solo la fede ci apre alla giusta visione dell’azione di Dio nella nostra vita.

Meditazione

Il brevissimo brano che ci è proposto oggi ci trasmette una situazione in continuità con quanto avevamo ascoltato nei giorni precedenti, con il concorso delle folle all’ascolto degli insegnamenti di Gesù. Ma in questo caso, l’evangelista si sofferma sull’episodio dell’incomprensione dei “suoi”, che lo giudicano “squilibrato”. L’evangelista ha fatto precedentemente notare che si era radunata una tale quantità di gente che «…non potevano neppure mangiare». Tale era lo zelo che spingeva Gesù nella sua predicazione! E gli Apostoli erano coinvolti in questo turbine di attività, di donazione a tutti; essi stessi faranno tesoro di queste esperienze e saranno in grado di affrontare non solo il digiuno e la fame, ma anche il martirio, come il Maestro, pur di diffondere l’annuncio della buona novella. È il contrasto tra la carne e lo spirito; è la lotta tra una visione “troppo umana” e le strade sempre nuove dello Spirito. Una luce su questo contrasto e su questa apparente “pazzia” di Gesù, ce la offre il testo della Lettera agli Ebrei di oggi, che costituisce il perno centrale di tutta la lettera stessa. L’autore ispirato ci dice, infatti: «Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna». Gesù è il vero sacerdote della nuova alleanza che ha offerto se stesso al Padre per noi. Ciò che anima Gesù, non è pazzia, ma l’amore appassionato per l’uomo che lo ha spinto ad offrire un sacrificio unico al Padre per i suoi fratelli, fino all’annientamento di se stesso; è l’amore per l’uomo che ha fatto sì che si realizzasse il mistero dell’incarnazione; è un amore che lo ha spinto ad umiliarsi fino alla morte e alla morte di croce; ed è ancora un eccesso di amore quello che ci ha donato la sua presenza continua nel mistero dell’Eucaristia e negli altri sacramenti. Quest’amore ha spinto tanti santi e sante, come san Timoteo e san Tito, collaboratori di san Paolo, che ricordiamo oggi, posti come pastori delle prime comunità cristiane.

Preghiera

«Quale fu la ragione che tu ponessi luomo in tanta dignità? Certo lamore inestimabile con il quale hai guardato in te medesimo la tua creatura e ti sei innamorato di lei; per amore infatti tu lhai creata, per amore tu le hai dato un essere capace di gustare il tuo Bene eterno» (S. Caterina da Siena).

Agire

Oggi cercherò di vivere il mio amore per il prossimo, con l’aiuto di Dio, fino all’estremo.

Meditazione del giorno a cura di padre Paolo Cerquitella, LC, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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