A conclusione dei lavori capitolari, il neoeletto Superiore generale, dei Camilliani, padre Leocir Pessini, ha fatto rientro in Brasile. Tornerà definitivamente a Roma per la chiusura del IV centenario della morte di San Camillo, quando assumerà ufficialmente il governo dell’Ordine.
Lo rende noto un comunicato stampa della congregazione, secondo il quale “la straordinarietà di questo Capitolo generale celebrato dal 16 al 21 giugno 2014 nasce da un evento doloroso che ha coinvolto l’Ordine in questi ultimi mesi ed ha portato il Superiore generale a rassegnare le dimissioni dal suo ufficio”.
Il riferimento è agli scandali finanziari che hanno coinvolto i Camilliani e hanno portato all’arresto dell’ex Superiore Generale.
Il Capitolo straordinario, dunque, “dimostra comprensione per il disagio vissuto dai singoli confratelli e da coloro che lavorano al nostro fianco”, prosegue la nota.
“Stiamo però sperimentando – dichiarano i Camilliani – che la straordinarietà di questa convocazione capitolare, ha suscitato nei religiosi, a tutte le latitudini, un rinnovato senso di appartenenza, di unità e di comunione. In noi religiosi capitolari sono state incoraggiate la passione e la volontà di rivitalizzare la nostra vita religiosa camilliana, anche attraverso l’elezione di nuovo Governo centrale”.
L’Ordine ospedaliero ha inoltre espresso gratitudine per la “particolare prossimità della Chiesa, nella vicinanza di alcuni suoi autorevoli esponenti”. Una “sollecitudine” che sprona i Camilliani a “rispondere in modo concreto a questa maternità ecclesiale, potenziando il fuoco misterico del nostro carisma, soprattutto nel IV centenario della morte del Fondatore San Camillo”.
Stimolati dagli “appelli di papa Francesco”, i Camilliani desiderano “qualificare sempre di più il nostro coinvolgimento nei bisogni dell’uomo sofferente e nelle nuove emergenze sociali”.
In modo speciale hanno incoraggiato i loro giovani in formazione a “proseguire il cammino vocazionale con coraggio, determinazione e gioia, per mettere sempre più cuore nelle loro mani” e rivolto un saluto speciale ai malati, “che continuano ad essere per noi ‘signori e padroni’ – come diceva e viveva San Camillo – e a tutti coloro che da sempre – ma in modo particolare in questi mesi – non hanno smesso di sostenerci con la loro stima e la loro preghiera”.