Il pane per la vita del mondo

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lettura

Dopo la moltiplicazione dei pani, Gesù si sposta a Cafàrnao e nella Sinagoga (i cui resti sono oggi ben visibili) invita i discepoli e la folla a passare dal pane mangiato coi pesci al pane capace di saziare ogni fame del cuore umano. 

Meditazione

Dopo aver invitato a non fermarsi al pane gustato il giorno precedente, Gesù annuncia un pane nuovo, disceso dal cielo. È un pane nuovo rispetto ai pani moltiplicati il giorno prima e nuovo anche rispetto alla manna, ricordata come il pane disceso dal cielo. Il passo successivo della catechesi di Gesù è quello di indicare se stesso come il vero pane disceso dal cielo. Questa sua origine sconosciuta alla folla, mette in crisi coloro che conoscevano la biografia di Gesù e cominciano a distinguere: Gesù è di Nazaret, figlio di Giuseppe ecc. Gesù va oltre: lui non è solo un maestro diverso dagli altri per l’origine, ma è diverso anche perché non è sufficiente ascoltarlo, occorre mangiarlo. Tutti capiscono bene che non si parla di cannibalismo: mangiare Gesù vuol dire accogliere in se stessi tutta la sua persona, la sua vita, per vivere di lui e come lui. Nessun rabbi osava tanto. E perché non si creino equivoci o alibi, Gesù, che a un certo punto del discorso aveva parlato di sé come Figlio dell’uomo, insiste sulla parola carne, perché è il Figlio incarnato, concreto, storico, non solo un riferimento a un personaggio dei profeti. È qui, concretamente, in carne e ossa, proprio come dirà ai discepoli dopo la risurrezione: “non sono un fantasma”. È tutta la vita di Gesù Verbo incarnato che dobbiamo mangiare e assimilare, per diventare Lui. Comprendiamo a questo punto la profanazione costituita da certe nostre comunioni eucaristiche, frettolose e superficiali, che non vanno oltre l’adempimento rituale e non cambiano la nostra vita. 

Preghiera

«(Lo) ricevono i buoni, (lo) ricevono i malvagi, ma con ineguale sorte: di vita o di morte. Ecco il pane degli angeli fatto cibo dei viandanti: vero pane dei figli da non gettare ai cani. Buon pastore, pane vero, o Gesù, abbi pietà di noi: Tu nutrici, proteggici, Tu fa’ che noi vediamo le cose buone nella terra dei viventi» (Dalla sequenza “Lauda Sion”). 

Agire

Per mangiare la carne di Gesù occorre mangiare assieme al Pane eucaristico anche la sua Parola: due Pani della stessa mensa (cfr. Dei Verbum 21). 

Meditazione del giorno a cura di monsignorArrigo Miglio, arcivescovo di Cagliaritratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione