Gioite nel Signore

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Gv 1,6-8.19-28

Lettura

Incontriamo ancora la figura del Battista. Subito dopo il prologo, Giovanni presenta una narrazione articolata in sette giornate, attribuendo certamente al numero sette un valore simbolico, collegato al racconto della creazione: nella prima giornata troviamo questo racconto della testimonianza di Giovanni, nel settimo giorno (Gv 2,1-12) la festa di nozze a Cana, dove Gesù dona a tutti il vino nuovo della gioia messianica. Come la creazione ha inizio con la luce (Gen 1,3), così con Giovanni, testimone della luce, ha inizio una nuova creazione.

Meditazione

Il cammino di Avvento giunge oggi a un momento importante, con la domenica che la tradizione definisce “Gaudete”, la domenica della gioia, che fa già pregustare la gioia del Natale. Questo invito alla gioia va però compreso nel suo significato più profondo. La presentazione del Battista fatta dall’evangelista Giovanni non si sofferma, come fanno i Sinottici, sull’aspetto ascetico della sua persona e sull’invito alla conversione nella sua predicazione, ma ribadisce il suo ruolo di testimone. Giovanni, nel suo Vangelo, non racconta la decapitazione del Battista, ma chiarisce fin dall’inizio che la sua missione è quella di «dare testimonianza» (vv. 7.8.19). Il termine testimonianza (in greco martyría) rimanda inevitabilmente alla testimonianza del Battista, resa fino al martirio. Ai sacerdoti e ai leviti, inviati da Gerusalemme da parte dei farisei, che lo interrogano sulla sua identità, il Battista risponde confessando apertamente di non essere lui il Cristo e, citando il profeta Isaìa, di essere «voce di uno che grida nel deserto» (v. 23). L’ultima volta che il Battista compare, nel quarto Vangelo, è al cap. 3, e ancora si parla della sua testimonianza: lì di nuovo il Battista attesta di non essere lui il Cristo e si definisce «l’amico dello sposo», che «esulta di gioia alla voce dello sposo» (v. 29). Poi dichiara: «Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». La testimonianza e la gioia si incrociano e la gioia del Battista diventa piena solo quando la sua testimonianza non è più necessaria: il Cristo comincia a crescere e lui a diminuire. La gioia a cui ci invita questa domenica nasce dall’avvicinarsi della venuta del Signore, ma allo stesso tempo è una gioia che nasce dal testimoniare la sua luce, anche se questa martyría comporta il nostro diminuire.

Preghiera

«Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. Nell’andare se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni» (Sal 126,1-2.5-6).

Agire

Oggi, domenica della gioia, cercherò di essere testimone di luce e di gioia in qualche situazione di tenebra o di tristezza.

Meditazione a cura di monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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