“Un’esplosione di gioia”. È così che Giuseppe Butturini, in queste ore rieletto per acclamazione presidente dell’Associazione nazionale famiglie numerose (Anfn) insieme alla moglie Raffaella, descrive l’incontro avvenuto domenica scorsa in Aula “Paolo VI” con papa Francesco.
Sono passati più di due giorni, eppure davanti ai suoi occhi scorrono ancora vivide le immagini dei tanti volti sorridenti, di grandi e piccini, riuniti come in un’unica gigantesca famiglia. “Si incrociavano diversi sentimenti: di gioia sì, ma anche di attesa e di emozione”, riferisce a ZENIT.
Non vuole vantarsene, ma il successo è gran parte merito suo. Inizialmente, per concentrare le attenzioni sul rinnovo del Consiglio, non tutti i membri dell’Anfn erano d’accordo a far coincidere incontro con il Papa e assemblea dell’Associazione. È stato lui, Butturini, a insistere affinché i due eventi avvenissero negli stessi giorni. “Del resto – spiega – l’Associazione è stata presentata pubblicamente mediante l’incontro di alcuni esponenti con Benedetto XVI, il 1° novembre 2004”.
Una sorta di “sigillo papale”, dunque, che ha in qualche modo “consacrato” nascita e programma dell’Associazione. Quest’ultimo può essere sintetizzato dalla frase “più famiglia, più figli, più futuro”. E di figli, in Aula “Paolo VI”, ce n’erano davvero tanti e di ogni età, a dimostrazione di come questa frase sia stata efficacemente recepita.
È proprio “l’accento sui figli”, nel discorso del Santo Padre, che ha più colpito Butturini. “Un figlio è un miracolo che cambia la vita”, ha detto il Papa. Si pensi allora che tripudio prodigioso possa esserci in una casa come quella dei Butturini, dove di figli ne sono nati dieci. È in ogni famiglia, ma soprattutto in case come queste, abitate da numerosi componenti, che si esprimono quei valori che il Pontefice ha sottolineato: “Solidarietà e condivisione”.
Valori che servono come linfa vitale alla società tutta. Il presidente dell’Anfn a tal proposito ricorda volentieri il monito del Papa: “Ben vengano le famiglie riunite in associazioni – ripete Butturini sulla falsariga delle parole di Francesco – nella misura in cui manifestano la realtà familiare rendendola sempre più incisiva in ambito pubblico”.
Commenta ancora Butturini: “Il rischio dell’associazionismo è chiudersi in se stessi, nel nostro caso in una dimensione eminentemente spirituale”. Di qui sorgono però due domande: “Se la preghiera non diventa un abbraccio alla società, allora che preghiera è? E se l’evangelizzazione non è anche una promozione della vita reale della nostra gente, come si può testimoniare che il Vangelo è veramente incarnato?”.
Vita reale che è stata al centro del discorso del Papa, soprattutto quando ha citato l’art. 31 della Costituzione. Un fatto che Butturini definisce “storico”. Da padre di una famiglia con tanti figli e presidente dell’Anfn, sa bene quanto bisogno ci fosse di una sollecitazione così diretta com’è stata quella di Francesco.
L’associazionismo familiare denuncia da anni la difformità tra quanto recita la Carta costituzionale e quanto la politica (non) ha fatto per la famiglia. “Hanno dato soltanto delle briciole”, rincara Butturini. Che aggiunge: “Va bene che per tante famiglie, oggi, anche le briciole sono diventate necessarie, ma non sono le briciole che risolvono i problemi. E non risolvendo i problemi delle famiglie, non si rilancia l’impresa perché mancano i consumi”.
Se dunque la Costituzione esalta la famiglia con il suo valore sociale, secondo Butturini invece “la legislazione la penalizza e la maltratta”. In questo senso cita una stortura del bonus degli 80€: “Visto che il bonus non tiene conto dei carichi familiari, ci sono state persone che, pur avendo dieci figli, non hanno potuto usufruirne perché superavano di poco la soglia di reddito”.
Quindi lo Stato deve intervenire sul piano economico, ma ciò che per Butturini è preminente è che innanzitutto avvenga una svolta culturale. “Non si possono mettere sullo stesso piano le unioni di fatto ed omosessuali con il matrimonio tra un uomo e una donna, il quale genera vita e ha funzione sociale”, spiega. Una questione di cultura, quindi, ma anche di libertà. “La quale – prosegue – è oggi messa a rischio dal ddl Scalfarotto, che nasconde scenari inquietanti per chi esprime un’idea contraria al matrimonio omosessuale”.
Rispetto a dieci anni fa, quando l’Anfn venne fondata, in questo senso si sta percorrendo un crinale sempre più pericoloso. “Il nostro statuto recita che ‘la famiglia è una società naturale, fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna’”. Segno del fatto che già iniziava ad esserci percezione dei rischi celati dietro l’ideologia del gender. Quest’ultima – la riflessione di Butturini – “prima ancora che minare il matrimonio, contrasta il concetto stesso di uomo, poiché lo priva della sua identità sessuale fino a trasformarlo un pirandelliano uno, nessuno e centomila”.
Come afferma Raffaella, moglie di Giuseppe Butturini, può sembrare “assurdo” che ci siano associazioni per la famiglia, ma in un contesto di “progressiva perdita di senso della società iniziata con la rivoluzione francese” – le fa sponda suo marito – diventa “indispensabile” la loro presenza.
Indispensabile per “ribadire il valore delle differenze, perché è dall’incontro di una donna e di un uomo che si genera la vita”. Ogni coppia ha i suoi limiti, certo, ma l’importante è che quotidianamente esprima la capacità di ricominciare nel segno dell’amore”. Concludono i due coniugi: “Se la famiglia sta bene, sta bene tutta la società”.