Rai: da 60 anni la Messa in tv. Il grazie di mons. Galantino

Il segretario della CEI celebra l’anniversario con una liturgia nella Chiesa degli Artisti di Roma, in diretta su Rai Uno

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Sono 60 anni che la Santa Messa è in televisione grazie alla Rai, un appuntamento seguito ogni domenica da milioni di persone. L’importante anniversario è stato celebrato oggi dal segretario generale della CEI, mons. Nunzio Galantino, in una liturgia presieduta nella Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo, a Roma.

La funzione – concelebrata da mons. Domenico Pompili, sottosegretario e portavoce della CEI, e da don Walter Insero, rettore della Chiesa degli Artisti – è stata trasmessa in diretta da Rai Uno e ha visto la partecipazione del direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, del direttore di Raiuno, Giancarlo Leone, e di altri voti noti della tv. 

Nella sua omelia – riferisce l’agenzia Agi – Galantino ha voluto rendere omaggio a due grandi comunicatori cattolici scomparsi: padre Nazzareno Taddei, il gesuita che seguì le prime trasmissioni della Messa, e il giornalista Mino Damato, noto per il suo forte impegno a favore dei bambini malati di Aids in Romania.

Il presule ha poi commentato il Vangelo di oggi, soffermandosi in particolare sulla risposta di Maria all’Angelo: “Eccomi, sono la serva del Signore”. “La gioia nasce sempre da un sì”, ha commentato, aggiungendo che “per Maria è disponibilità rispondere al disegno di Dio, ad aderire alla Sua volontà, che trova compimento in Gesù, nella sua piena obbedienza al Padre”.

Da questa stessa fiducia – ha sottolineato il segretario della CEI – “nasce anche la nostra gioia, quella che nulla e nessuno può toglierci” e da questo abbandono “nasce la nostra libertà, quella vera”. “Non c’è gioia né disponibilità ad osare – ha proseguito il presule – laddove ci si chiude alla Parola del Signore; dove si rimane ingessati nelle proprie certezze, che pretendono di imbrigliare anche l’Eterno; non c’è gioia dove non arriva la parola dell’altro, dove perfino ci si tutela dalla possibilità di essere raggiunti dalla sua voce; dove si bada con prudenza non certo evangelica a non compromettersi, a non impegnarsi con il proprio prossimo”-

La riflessione del vescovo di Cassano all’Jonio si è poi spostata sul tema dell’informazione e dei media, il cui “rumore” e il cattivo utilizzo amplificano il male che abbiamo intorno e per cui il mondo appare “una Babele”. Invece i mezzi di comunicazione possono essere usati per raggiungere questi traguardi di gioia e libertà, attraverso “precise scelte editoriali, coniugate con la competenza professionale di giornalisti, cameramen e registi”. Soprattutto – ha rimarcato Galantino – “quando esse contribuiscono a creare ambienti che facilitano l’incontro, raccontandoci i diversi aspetti  della vita dell’uomo, della nostra vita”.

Inoltre, “può certamente aiutare il racconto di quella ricchezza unica d’arte, di cultura e di religiosità che è l’esperienza cristiana ed ecclesiale”. E “da 60 anni questa esperienza – ha concluso il presule – passa anche attraverso il servizio televisivo che la Rai cura ogni domenica per milioni di persone. Anche a nome loro, grazie per questo!”.

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ZENIT Staff

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