Per un parlamentare servire la Nazione è un “motivo di onore”. Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, durante l’omelia in occasione della messa celebrata stasera per i deputati e senatori in prossimità del Santo Natale.

“Nel cuore di ciascuno di voi – rappresentanti del nostro Popolo – ci sono sicuramente le vostre famiglie e i vostri cari; ma, in forza del vostro compito istituzionale, ci deve essere anche il Paese, per il bene del quale siete chiamati a servire con competenza, onestà, disciplina e sacrificio”, ha detto il porporato rivolto ai parlamentari.

“È il consenso di Dio che noi uomini – di qualunque responsabilità pubblica siamo rivestiti – dobbiamo prima di tutto cercare, il suo giudizio, sapendo che ogni altro consenso pur legittimo non può mai diventare il nostro fine”, ha proseguito Bagnasco.

Il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, ha spiegato, è un paradigma per la “vita personale e sociale” ma anche “politica”, in quanto richiama la “relazione” e invita ad “uscire dal perimetro angusto del nostro io individuale”, ad “oltrepassare i confini mortificanti di ideologie vecchie e nuove”, a “conoscere la realtà concreta della gente, gli assilli quotidiani della moltitudine, le sue incertezze protratte, le speranze e le aspettative legittime”.

Inoltre, l’incarnazione significa “stare dentro al dinamismo ferreo delle generazioni che incalzano”, “stare tra gli altri e con gli altri nella responsabilità, operando con serietà e sacrificio affinché la società non sia una massa di individui ma – ben di più – una comunità di vita e di destino”.

La forza dell’incarnazione di Cristo permette che “anche quando il mondo si sente estraneo al cristianesimo”, il cristianesimo non si senta mai “estraneo al mondo”, ha aggiunto il presidente della CEI.

Nel “servizio alto della politica” è sempre utile a “rimettere a fuoco il suo fondamento nobile”, che “la ispira, la sostiene e la preserva da intromissioni e snaturamenti”.

Ogni politico dovrà dunque domandarsi: “perché è bello e giusto stare insieme? Perché vale la fatica lavorare insieme, per quale scopo, per andare dove? Chi vogliamo essere? Qual è il volto del nostro Popolo?”.

Ed è ancora una volta l’incarnazione del Figlio di Dio a insegnarci “a stare in mezzo alla gente non per fare dei populismi inutili e dannosi, ma per conoscere la vita: non basta vivere la propria vita per conoscere la vita, è necessario stare in mezzo alla vita che nasce dalla nostra storia e dal nostro oggi”, ha spiegato Bagnasco.

“Conoscere” non serve solo per “registrare” quanto per “discernere la verità, il bene, il meglio, e così costruire e far crescere la giustizia, che è lo scopo della politica”.

Il presidente della CEI ha concluso l’omelia con una preghiera a “Gesù Bambino per noi, per le famiglie, per l’Italia”, con un pensiero rivolto “ai tanti giovani, agli anziani e ai poveri che sono folla”.

“Con forte determinazione pensiamo al lavoro per tutti, sapendo che tutti hanno desiderio di lavorare con rinnovata consapevolezza, con dedizione, con onestà e crescente competenza”, ha aggiunto infine il cardinale.