Per una vera e duratura "rinascita" spirituale

La lettera del Penitenziere Maggiore, il cardinale Mauro Piacenza, per tutti i confessori in occasione delle imminenti festività natalizie

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Carissimi Confratelli Confessori,

rischiarati dalla luce dell’Immacolata Vergine Maria, mistica Aurora della Redenzione, attendiamo con trepidazione di rivivere la nascita del Figlio di Dio, già colmi di gratitudine per i tanti doni con i quali il Signore vorrà adornare l’animo dei Sacerdoti e per le grazie di conversione e di perdono che ci concederà di contemplare attraverso il preziosissimo ministero delle confessioni.

Il tempo di Avvento, infatti, e in particolare i giorni della dolcissima novena di Natale, sono caratterizzati da una attesa particolarmente trepida, non solo da parte degli uomini nei confronti di Dio – attesa che è inscritta nel profondo del cuore umano – ma sono caratterizzati anche da una particolare “attesa” da parte di Dio nei confronti degli uomini che Egli ama.

Il Signore si mette in cerca dell’uomo e si “abbassa” fino a mendicarne l’accoglienza. Colui che più di ogni altro attende questo incontro di grazia è proprio Lui, l’Eterno Figlio di Dio fatto Uomo nel seno verginale di Maria, che incessantemente chiama gli uomini a conversione e che, in questi giorni “vigiliari” attira i cuori con una tenerezza tutta particolare dal santo presepe “Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi ed io vi ristorerò” (Mt 11,28).

A noi, pertanto, che abbiamo ricevuto il dono ineffabile dell’ordinazione sacerdotale e di partecipare così intimamente all’opera di salvezza, è concesso anche di condividere da vicino tale attesa del Redentore e la gioia immensa dell’incontro con Lui. Come Maria SS.ma lo diede alla luce nella grotta di Betlemme, noi lo diamo alla luce nei cuori dei penitenti riconciliati e sull’altare per il loro nutrimento e la loro compagnia.

 La grazia di questo sguardo soprannaturale che abbraccia l’intera esistenza sarà sempre accompagnata anche dallo “stupore” per l’accostarsi di ogni libertà al confessionale. Infatti quando la libertà di una persona si “muove”, siamo sempre innanzi ad un miracolo al quale Dio stesso assiste.

La libertà che si muove è sempre un mistero preceduto, accompagnato e sostenuto dalla grazia di Dio, ed insieme è un dono per lo stesso Sacerdote confessore, che dalla contemplazione di questo mistero riceve sempre una luce ed una speciale conferma nell’apostolato.

Questo sguardo soprannaturale che permette di scorgere i reali protagonisti della vicenda umana – Dio che va alla ricerca dell’uomo e l’uomo che si lascia trovare dal suo Creatore e Redentore – costituisce anche la sorgente di ogni autentica carità pastorale, così attesa dai fedeli, raccomandata da sempre dalla Chiesa, così ardentemente caldeggiata dal Santo Padre, traboccante dalla ferita del Cuore di Gesù.

Questo Cuore splende perennemente ferito, innanzi ad ogni Sacerdote e brucia dal desiderio di comunicare a ciascun pastore la grazia di uno sguardo rinnovato e l’ardore di quella carità, che viene riversata nei nostri poveri cuori attraverso la preghiera, che ci rinnova nella misericordia e, infine, ci “sommerge” nell’Eucarestia.

Cari Confratelli, davvero preziosi, preghiamo vicendevolmente, soprattutto in questi giorni di preparazione al S.Natale, affinchè, tanto per i penitenti, quanto per i confessori, ad ogni celebrazione del sacramento della Riconciliazione, il sorriso del Bambino Gesù si irraggi trasformante nelle loro anime.

E grazie per tutto quello che fate come generosi canali delle acque della divina misericordia!

La Vergine Immacolata, riflesso perfetto della carità di Cristo e segno di sicura speranza nella sua vittoria sul peccato e sulla morte, ottenga le grazie più necessarie a ciascuno di noi e segni una vera e duratura “rinascita” spirituale per tutti i membri del Corpo ecclesiale.

Santo Natale!

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ZENIT Staff

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