Monsignor Francesco Follo, osservatore permanente della Santa Sede presso l’UNESCO a Parigi, offre oggi le seguenti letture patristiche e spirituali per la Terza Domenica di Avvento 2014.
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Lettura Patristica
Sant’Agostino d’Ippona, vescovo
Sermo, 293, 3 s.
Giovanni è la voce, ma il Signore “da principio era il Verbo” (Gv 1,1). Giovanni una voce per un tempo, Cristo il Verbo fin dal principio, eterno. Porta via l’idea, che vale piú una parola? Se non si capisce niente, la parola diventa inutile strepito. La parola senza un’idea batte l’aria, non alimenta il cuore. E anche mentre alimentiamo il cuore, guardiamo l’ordine delle cose. Se penso a ciò che devo dire, c’è già l’idea nel mio cuore; ma se voglio parlare con te, mi metto a pensare se sia anche nel tuo cuore, ciò che è già nel mio. Mentre cerco come possa giungere a te e fissarsi nel tuo cuore l’idea che è già nel mio, formo la parola e, ormata la parola, parlo a te: il suono della parola porta a te l’intelligenza dell’idea; è il suono che passa da me a te, l’idea invece, che ti è stata portata dalla parola, è già nel tuo cuore e non se n’è andata dal mio. Il suono, dunque, portata l’idea in te, non ti par che ti dica: “Bisogna che lui cresca e che io venga diminuito?” Il suono della parola fece il suo ufficio e scomparve, comese dicesse: “Questa mia gioia è completa” (Gv 3,30). Afferriamo l’idea, assimiliamo l’idea per non perderla piú. Vuoi vedere la parola che passa e la divinità permanente del Verbo? Dov’è ora il Battesimo di Giovanni? Fece il suo ufficio e passò. Il Battesimo di Cristo ora è in voga. Crediamo tutti in Cristo, speriamo d’essere salvi in lui: questo disse la parola. Ma poiché è difficile distinguere tra parola e idea, lo stesso Giovanni fu creduto Cristo. La parola fu ritenuta idea, ma la parola si dichiarò parola, per non ledere l’idea. “Non sono“, disse, “Cristo, né Elia, né profeta“. Gli fu risposto: “Chi sei, dunque, tu? Io sono“, disse, “voce di colui che grida nel deserto: Preparate la via del Signore” (Gv 1,20-23). “Voce di uno che grida nel deserto“: voce di uno che rompe il silenzio. “Preparate la via del Signore“: comese volesse dire: Io vado rimbombando per introdurlo nei cuori, ma non troverò un cuore nel quale egli si degni di entrare, se non preparate la via. Che vuol dire: “Preparate la via“, se non supplicate convenientemente? che cosa, se non pensate umilmente? Prendete da lui esempio d’umiltà. Viene ritenuto il Cristo, dichiara di non essere ciò che è ritenuto, né si avvantaggia per il suo prestigio dell’errore altrui. Se dicesse: Io sono il Cristo, quanto facilmente sarebbe creduto, se, prima ancora che lo dicesse, già lo era ritenuto! Non lo disse Si ridimensionò, si distinse, si umiliò. Capí dove era la sua salvezza: capí che egli era una lucerna ed ebbe paura di essere spento dal vento della superbia…
Gli occhi deboli hanno paura della luce del giorno, ma possono sopportare quella di una lucerna. Perciò la luce del giorno mandò innanzi la lucerna. Ma mandò la lucerna nel cuore dei fedeli, per confondere i cuori degli infedeli. “Ho preparato“, dice, “la lucerna al mio Cristo“: Giovanni araldo del Salvatore, precursore del giudice che deve venire, l’amico dello sposo.
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Dagli scritti di Guerric d’Igny (Sermo V, de Adventu, 1)
“Preparate la via del Signore” (Is 40,3; Mc 1,3). La via del Signore che ci si ordina di preparare, o fratelli, camminando la si prepara, preparandola, si cammina. E quand’anche aveste molto progredito in essa, vi resta sempre nondimeno da prepararla perché, dal punto in cui siete arrivati possiate avanzare, protesi verso ciò che sta oltre. Cosí, risultando in ogni singolo stadio preparata la via per il suo avvento, il Signore vi verrà incontro sempre nuovo, in qualche modo, e piú grande di prima. E’ quindi con ragione che il giusto elevava questa preghiera: “Indicami, o Signore, la via dei tuoi precetti e la seguirò sino alla fine” (Sal 118,33). E forse è stata definita “vita eterna” perché, pur avendo la Provvidenza previsto per ciascuno una via e fissato ad essa un termine, nondimeno non si dà alcun termine alla natura della bontà verso cui si tende. Per cui, il saggio e solerte viaggiatore, quando sarà giunto alla meta, non farà che ricominciare, poiché dimenticando ciò che si lascia alle spalle (cf. Fil 3,13), dirà a se stesso ogni giorno: “Comincio adesso” (Sal 76,11). Si lancia come un gigante che nulla teme per percorrere la via dei comandamenti di Dio; da autentico Idutun (cf. 1Cr 16,42), egli supera facilmente nell’ardore della sua corsa i pigri che si fermano per via. E pur se arrivato all’ultima ora del giorno, egli ha attinto la perfezione in poco tempo, percorrendo peraltro un lungo cammino (cf. Sap 4,13); fattosi svelto, da ultimo che era, fu tra i primi ad essere coronato.
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Dal Commento a Giovanni di sant’Agostino, vescovo (Comment. in Ioan., 4, 1)
Spesso avete sentito dire, e ne siete quindi perfettamente a conoscenza, che Giovanni Battista quanto piú eccelleva tra i nati di donna, e quanto piú era umile di fronte al Signore, tanto piú meritò d’essere l’amico dello Sposo. Fu pieno di zelo per lo Sposo, non per sé; non cercò la gloria sua ma quella del suo giudice, che egli precedeva come un araldo.
Cosí, mentre gli antichi profeti avevano avuto il privilegio di preannunciare gli avvenimenti futuri riguardanti il Cristo, a Giovanni toccò il privilegio di indicarlo direttamente. Infatti, come Cristo era sconosciuto a quelli che non avevano creduto ai profeti prima ch’egli venisse, così era sconosciuto a quelli in mezzo ai quali, venuto, era presente. Perché la prima volta egli è venuto in umiltà, e nascostamente; e tanto piú nascosto quanto piú umile.
Ma i popoli, disprezzando nella loro superbia l’umiltà di Dio, crocifissero il loro Salvatore e ne fecero, così, il loro giudice.