Trash

Due ragazzi animati da una fede autentica e solida, un sacerdote collerico e generoso che difende i suoi piccoli parrocchiani, una giovane volontaria americana mossa da un autentico amore verso i giovani per cui spende il suo tempo e rischia la vita

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Gardo e Rafael, nati e cresciuti in una favela ai margini di una discarica, trovano in mezzo ai rifiuti un portafoglio che contiene un mucchio di soldi e soprattutto le prove di uno scandalo politico; per riaverle, purtroppo, c’è chi ha già ucciso ed è disposto a farlo ancora. Armati della loro intelligenza e della loro fede, con l’aiuto di un burbero sacerdote e di una missionaria americana, i due ragazzini ingaggeranno una lotta apparentemente impari…

L’ultimo film di Stephen Daldry (già autore di Billy Elliott, Molto forte incredibilmente vicino, The Hours e il problematico The Reader), vincitore del premio del pubblico alla Festa del Cinema di Roma, è girato con uno stile che mescola realismo e poesia, tra inseguimenti coreografati tra i quartieri colorati di San Paolo (le immagini ricordano quelli di La città di Dio di Mereilles, che non a caso figura tra i produttori) e momenti di grande intensità emotiva. Il regista, che parte dalla bella sceneggiatura di Richard Curtis (celebre autore di commedie molto più leggere, che qui adatta un romanzo di Andy Mulligan), si immerge nella realtà di un Brasile fatto di contraddizioni stridenti (all’estremo opposto della favela ci sono i quartieri dei ricchi, ma l’altrove è il mare, luogo di bellezza e pace cui i ragazzi aspirano) un po’ come aveva fatto Danny Boyle con l’India di The Millionaire.

Lo sguardo che guida lo spettatore nella storia è quello di due bambini di strada che, nonostante la loro condizione miserevole (sono nati e cresciuti in una favela accanto a una discarica e, come tanti altri, ci lavorano ogni giorno sperando di raccogliere qualcosa di valore con cui comprare da mangiare), conservano sulla vita e sul futuro uno sguardo positivo e avventuroso.

Non è estraneo a ciò il fatto che siano animati da una fede autentica e solida, che li accompagna anche nei momenti più difficili e li rende curiosi e coraggiosi abbastanza da sfidare autorità prepotenti e crudeli per cui davvero i poveri sono solo “spazzatura” che può essere eliminata senza un attimo di esitazione. La stessa fede li rende anche capaci di perdonare i loro carnefici e immaginare anche per loro un destino di bene.

Del resto, anche se non mancano un paio di frecciatine a rappresentanti della Chiesa istituzionale più compromessi con il potere, nel film ci sono anche due figure positive legate alla religione: un sacerdote collerico e generoso (il sempre bravo Martin Sheen), che difende i suoi piccoli parrocchiani e apre la sua chiesa alla gente della favela, che sembra uscito da un romanzo di Graham Green (o anche da una delle prediche di Papa Francesco, che invoca pastori con addosso l’odore delle pecore… in questo caso mescolato anche a quello dell’alcol), e una giovane volontaria americana, forse un po’ ingenua, ma sicuramente mossa da un autentico amore verso i giovani protagonisti per cui spende il suo tempo e rischia la vita.

Daldry riesce qui con sorprendente equilibrio a sfuggire il rischio di una eccessiva idealizzazione della comunità dei favelados così come quella dei rapporti tra persone; allo stesso tempo, però, evita di appesantire una storia di speranza con dosi di violenza eccessive inserendo con abilità nell’impianto drammatico elementi di realismo magico. Quel che ne esce è un’opera capace di commuovere e far pensare, piena di spirito “anarchico” infantile quanto di sorprendentepietas e maturità, che intesse con naturalezza nella narrazione richiami più o meno espliciti al Vangelo e alla Bibbia, senza appesantirla con moralismo didascalico, ma anzi facendone uno splendido apologo capace di parlare a tutti.

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Titolo Originale: Trash
Paese: Gran Bretagna
Anno: 2014
Regia: Stepeh Daldry
Sceneggiatura: Richard Curtis
Produzione: PEAPIE FILMS, WORKING TITLE FILMS, O2 FILMES
Durata: 112
Interpreti: Eduardo Luis, Rickson Tevez, Gabriel Weinstein, Martin Sheen, Rooney Mara

Per ogni approfondimento: http://www.familycinematv.it

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Laura Cotta Ramosino

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