Gesù non è un "generale", è un "germoglio"

Durante l’omelia a Santa Marta, papa Francesco ricorda che la vera teologia si fa “in ginocchio”, ovvero che l’unico modo per conoscere Dio è l’umiltà

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Il mistero di Dio si scopre “in ginocchio”, ovvero con l’umiltà ed è per questo che Cristo si fa conoscere più facilmente dai poveri. Lo ha detto papa Francesco durante l’omelia di stamattina alla Casa Santa Marta.

Nel Vangelo di oggi (Lc 10,21-24), Gesù sottolinea come il Padre abbia nascosto le cose divine “ai dotti e ai sapienti” e le abbia “rivelate ai piccoli”. Tale concetto rivela il significato dell’espressione “poveri in Spirito” che indica l’umiltà di chi è aperto alla realtà trascendente.

“Lui ci fa conoscere il Padre, ci fa conoscere questa vita interiore che Lui ha. E a chi rivela questo il Padre? A chi dà questa grazia?”, ha detto il Santo Padre, spiegando poi che i “poveri in spirito” sono coloro che “hanno il cuore come i piccoli, che sono capaci di ricevere questa rivelazione, il cuore umile, mite, che sente il bisogno di pregare, di aprirsi a Dio, si sente povero”.

Questa umiltà e questa povertà, ha osservato il Papa, spesso difettano nelle persone acculturate: “Tanti possono conoscere la scienza, la teologia pure, tanti! Ma se non fanno questa teologia in ginocchio, cioè umilmente, come piccoli, non capiranno nulla. Ci diranno tante cose, ma non capiranno nulla”.

La povertà, invece, intesa non tanto come condizione sociale quanto come atteggiamento interiore, rende capaci di “ricevere la Rivelazione che il Padre dà tramite Gesù, attraverso Gesù”, il quale si manifesta non come un “capitano”, un “generale di esercito” o un “governante potente” ma come un “germoglio”, come ricorda anche la Prima Lettura odierna: “In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse” (Is 11,1-10).

Come un germoglio, infatti, Gesù “è umile, è mite, ed è venuto per gli umili, per i miti, a portare la salvezza agli ammalati, ai poveri, agli oppressi”. Il mistero di Gesù è proprio quello “di abbassarsi, di annientarsi, di umiliarsi”, portando “la salvezza ai poveri, a quelli che sono annientati da tante malattie, peccati e situazioni difficili. Fuori da questa cornice non si può capire il mistero di Gesù”.

A conclusione dell’omelia, il Santo Padre ha formulato la seguente preghiera: “Chiediamo al Signore, in questo tempo di Avvento, di avvicinarci più, più, più al suo mistero e di farlo sulla strada che Lui vuole che noi facciamo: la strada dell’umiltà, la strada della mitezza, la strada della povertà, la strada del sentirci peccatori. Così Lui viene a salvarci, a liberarci”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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