Durante il suo viaggio in Turchia, Papa Francesco ha ricordato la strage avvenuta venerdì scorso in Nigeria, dove nella Grande Moschea di Kano un attentato rivendicato da Boko Haram ha ucciso circa 120 persone, ferendone altre 270. Un massacro vero e proprio che ha procurato la morte soprattutto ai fedeli riuniti in preghiera.
Ad agire sono stati due kamikaze, appoggiati da una quindicina di uomini armati. Dopo che i due attentatori suicidi si sono fatti esplodere tra i fedeli all’esterno della moschea, i complici hanno atteso che le persone in fuggissero per sparargli contro. La folla è riuscita a fermare quattro attentatori e linciarli; gli altri sono riusciti invece a darsi alla fuga.
Proprio nella Moschea centrale, l’emiro Sanusi Lamido Sanusi aveva condannato, nelle scorse settimane, i crimini compiuti dal gruppo fondamentalista islamico. L’emiro ha dichiarato guerra a Boko Haram, esortando tutto il nord-est della Nigeria – roccaforte del gruppo – a prendere le armi contro i cosiddetti “Talebani d’Africa”. La strage sembra essere dunque una vendetta da parte dei miliziani.
La vicenda della Grande Moschea è solo l’ennesima brutalità perpetrata da Boko Haram nel paese. Una violenza per cui “non si può restare in silenzio, non si può rimanere indifferenti”, come ha detto il cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ai microfoni della Radio Vaticana.
“Noi siamo tutti sconvolti per questa violenza folle che continua a colpire e uccidere anche dei credenti pacificamente riuniti per la preghiera”, ha affermato il porporato, domandandosi: “Dov’è l’intelligenza, dov’è la ragione, dov’è il cuore? Dobbiamo denunciare questo mistero d’iniquità”.
L’auspicio del Dicastero per il Dialogo Interreligioso è “che la comunità internazionale sappia reagire in maniera unanime e molto velocemente”. Inoltre – ha aggiunto – “c’è da dire che i più colpiti sono proprio i moderati perché sono proprio quanti sanno far ragionare gli altri”.
La situazione “è molto triste”, ha sottolineato il cardinale, esortando tuttavia a “continuare sulla via del dialogo”. “Quanto più la situazione è drammatica, tanto più il dialogo s’impone”, ha rimarcato, “non ci sono alternative: solo il dialogo, il dialogo, il dialogo! La nostra speranza è che se il male è contagioso lo sia anche il bene!”.
Sulla tragedia si è espresso anche monsignor John Niyiring, vescovo di Kano, che all’agenzia Misna ha dichiarato: “Che Boko Haram uccida i musulmani e gli uomini di preghiera, senza distinzione, non è una novità; per questo, come cristiani, siamo vicini alla comunità islamica e continueremo a esserlo”.
La strage è stata condannata dall’Associazione cristiana della Nigeria, sia a Kano che a livello nazionale; “Nella consapevolezza – ha sottolineato monsignor Niyiring – che Boko Haram colpisce chiunque si opponga alla sua logica di violenza, senza distinguere tra cristiani e musulmani”.