Questa mattina alla Camera dei Deputati si è tornati a parlare dell'iniziativa dei cittadini europei UnoDiNoi. La petizione, lamenta in una nota il Comitato UnoDiNoi, risulta “indebitamente bloccata dalla Commissione europea che, cancellando i quasi due milioni di adesioni raccolte, ha impedito che giungesse alla discussione nell'aula del Parlamento europeo”.
Proprio alla vigilia dell'insediamento del nuovo Parlamento di Strasburgo il Comitato UnoDiNoi, i medici ed i giuristi cattolici, il Forum delle associazioni familiari “hanno voluto far sapere alle istituzioni comunitarie che la partita non è chiusa”, ha affermato Carlo Casini presidente del Comitato.
“Oltre ai ricorsi legali – ha aggiunto Casini - faremo giungere a Commissione e Parlamento la voce di migliaia e migliaia di medici, giuristi e politici dei 28 Paesi Ue. E le autorità non potranno non ascoltarci ed avviare quel confronto politico di cui la Commissione ha avuto paura”.
“Il mondo scientifico non può continuare ad ignorare che l'embrione è uno di noi e merita il rispetto e la tutela come qualunque altro essere umano - ha spiegato Filippo Boscia, presidente dei medici cattolici -. Siamo al paradosso che si sperimenta sulle cellule embrionali per non sperimenare sugli animali”.
Per Gianni Giacobbe, in rappresentanza del presidente dei giuristi cattolici, Francesco D'Agostino, “il paradosso è arrivato anche nel pensiero giuridico dove si arriva a considerare la distruzione dell'embrione come una dimostrazione del diritto alla vita. Quando verità e menzogna, bene e male si confondono a tal punto vuol dire che è giunto il momento di un grande movimento di popolo che sostenga e rilanci i valori fondanti della società”.
Per questo, medici, giuristi e politici di tutta Europa sottoscriveranno un appello specifico per ogni categoria per chiedere che il nuovo parlamento europeo accetti il confronto con i milioni di cittadini che hanno aderito a UnoDiNoi.