La lettera a Francesco dell'"amato fratello" Bartolomeo

Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo fa pervenire una lettera al Pontefice tramite la Delegazione giunta a Roma per la solennità dei santi Pietro e Paolo

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Prima il “sacro ricordo” degli Apostoli Pietro e Paolo, martirizzati per amore di Cristo nella sede della Sua Chiesa. Poi una memoria personale: “Custodiamo nel nostro cuore, come un tesoro prezioso, il ricordo dei nostri recenti incontri personali con lei, Santità, sia a Gerusalemme sia a Roma, che hanno ulteriormente rinnovato e sugellato i nostri vincoli fraterni, affermando al contempo il nostro desiderio di proseguire sul cammino verso la nostra piena unione e la comunione desiderata dal Signore”.

Così il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo nella lettera fatta pervenire a Papa Francesco tramite la Delegazione ufficiale giunta a Roma in occasione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.

Nel testo, il Patriarca rievoca l’incontro con il Vescovo di Roma dello scorso maggio, nella città Santa, dove – scrive – “siamo stati ritenuti degni di venerare insieme il sacro luogo in cui il capo della nostra fede, nostro Signore Gesù Cristo, ha insegnato, sofferto, è stato sepolto ed è risorto dai morti”.  Un evento con cui è stato anche “onorato il 50° anniversario dello storico incontro avvenuto lì tra i nostri predecessori Papa Paolo VI e il Patriarca Ecumenico Atenagora, le cui coraggiose iniziative – afferma Bartolomeo – hanno inaugurato un tempo di riavvicinamento e di riconciliazione per le nostre Chiese”.

Ma non solo in Terra Santa, anche a Roma il Patriarca e il Papa hanno vissuto uno storico momento comune: la “Invocazione per la Pace” nei Giardini Vaticani, la domenica di Pentecoste, con i presidenti d’Israele e Palestina. Una occasione – scrive il Patriarca ecumenico – nata “grazie alla gentile iniziativa e all’invito di Sua Santità all’inizio del mese, al fine di contribuire insieme al prevalere della pace nella regione del Medio Oriente lacerata dal conflitto”. Una occasione – aggiunge – che è stata “profondamente e personalmente commovente” e che, al contempo, ha trasmesso “un messaggio della pace e dell’amore di nostro Signore, a un mondo contemporaneo che ne ha tanta sete”.

Per tutte queste cose, si legge nel testo, “ancora una volta esprimiamo la nostra sincera gratitudine a lei, Santità, insieme con la nostra sentita preghiera che il Signore la possa rafforzare con la sua grazia e la sua potenza, di modo che Lei possa continuare per molti anni la sua preziosa guida e il suo servizio nel mondo moderno, ispirando tutti con le virtù della sua personalità e il suo amore verso Dio e l’umanità”.

L’auspicio è che gli Apostoli Pietro e Paolo possano “intercedere presso Dio per la sua Chiesa e per il mondo intero, guidandoci e incoraggiandoci lungo il cammino della verità e dell’amore, «finché arriviamo tutti all’unità della fede…. vivendo secondo la verità nella carità», cercando «di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo»”.

La delegazione del Patriarcato ecumenico, presente in questi giorni a Roma, era guidata dal Metropolita Giovanni di Pergamo, accompagnato dall’Arcivescovo Giobbe di Telmessos e dall’arcidiacono Giovanni Chryssavgis.

(S.C.)

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ZENIT Staff

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