Italia, calano separazioni e divorzi

Il dato è rilevato da un’indagine dell’Istat. I quarantenni i più inclini a questa scelta, che rappresenta quasi sempre un danno anche economico per la coppia

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Dopo un costante aumento che perdura da anni, il numero di separazioni e divorzi subisce una battuta d’arresto in Italia. Secondo uno studio dell’Istat, infatti, nel 2012 le separazioni sono state 88.288 e i divorzi 51.319, entrambi in calo rispetto all’anno precedente (rispettivamente -0,6% e -4,6%). In media, sempre nel 2012, per ogni 1.000 matrimoni si contano 311 separazioni e 174 divorzi.

Sempre a proposito di statistiche, risulta che le nozze religiose siano più stabili rispetto a quelle con rito civile. “A sopravvivere alla ‘crisi del settimo anno’, nel 2012 – viene rilevato dall’Istat – sono 933 matrimoni religiosi su 1.000 celebrati nel 2005 contro 880 su 1.000 matrimoni della stessa coorte celebrati con rito civile”.

Sono i quarantenni i più inclini a infrangere il matrimonio. L’età media alla separazione è di circa 47 anni per i mariti e di 44 per le mogli. Che diventano rispettivamente 49 e 46 anni l’età media al divorzio. “Questi valori – rileva l’Istat – sono aumentati negli anni per effetto della posticipazione delle nozze in età più mature e per la crescita delle separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne. La tipologia di procedimento scelta in prevalenza dai coniugi è quella consensuale: nel 2012 si sono concluse in questo modo l’85,4% delle separazioni e il 77,4% dei divorzi”.

Anche da un punto di vista finanziario, la scelta di separarsi costituisce per i coniugi un danno. Immobiliare.it ha commissionato di recente uno studio ad hoc all’istituto di ricerca Demoskopea. “La fine di un matrimonio è uno degli eventi psicologicamente più provanti e spesso ha ripercussioni anche sulla vita economica degli ex-coniugi”, spiega Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it.

“Per oltre quattro separati su dieci la condizione finanziaria è nettamente peggiorata dopo la fine del matrimonio – sottolinea ancora Giordano -, tanto che tra coloro che hanno visto finire la loro unione da meno di dodici mesi, quasi sei su dieci dichiarano di abitare ancora sotto il tetto coniugale, anche assieme all’ex partner, e oltre uno su dieci è tornato a vivere con i genitori. Un fenomeno, quest’ultimo, che coinvolge in Italia a livello generale circa 167mila persone”.

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ZENIT Staff

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