Pubblichiamo la meditazione di monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, per la puntata di domenica 22 giugno del programma di informazione religiosa “Ascolta si fa sera” di Rai Radio 1.
***
Quest’oggi, festa del Corpus Domini, ricorre un anniversario importante, che interessa l’Italia da vicino.
Sono trascorsi esattamente settecentocinquant’anni da quando il Papa Urbano IV istituì questa solennità, e fece edificare una splendida chiesa – tra le più famose del mondo –: è il celebre Duomo di Orvieto.
Tutto rimane legato a un fatto miracoloso, il cui protagonista – secondo le cronache più antiche – sarebbe un sacerdote boemo, di nome Pietro: da Praga egli si recava a Roma, come tanti altri pellegrini. Tuttavia, studi molto recenti hanno permesso di identificare meglio questo pellegrino. Si tratterebbe di un illustre prelato, plenipotenziario del re di Boemia, che veniva per trattare con il Papa alcune questioni importanti.
Padre Pietro, lungo il suo viaggio si trovò a celebrare la Messa a Bolsena, nella chiesa di Santa Cristina, quando fu assalito da dubbi fortissimi sulla reale presenza di Gesù nel pane e nel vino dell’eucaristia. Ed ecco: quando giunse a spezzare il pane consacrato, parecchie gocce di sangue impregnarono la tovaglietta della celebrazione eucaristica, chiamata Corporale, fino a colare sul pavimento.
Allora – sia pure con un certo imbarazzo, perché così avrebbe dovuto confessare i propri dubbi di fede – il sacerdote corse dal Papa Urbano, che si trovava nella vicina Orvieto. Verificato il miracolo, il Papa istituì la festa del Corpo e del Sangue del Signore. Più tardi fu edificato il Duomo di Orvieto, dove – nella cappella del Corporale – è conservata la reliquia del miracolo.
Certo, la fede cattolica ha questa originalità unica: crede nel fatto che il Figlio di Dio si è fatto uomo, e continua a rimanere con noi nelle apparenze del pane e del vino consacrati. Anzi, il Figlio di Dio si lascia mangiare da noi, perché noi possiamo diventare come lui!
Sono affermazioni che sfidano pesantemente la ragione umana.
In effetti, solo una ragione che si apre generosamente agli spazi della fede e dell’amore è in grado di accettare queste verità.
Così la festa del Corpus Domini, con il suo contorno simpatico di processioni popolari, continua a sfidare la maturità della nostra fede.
+ Enrico dal Covolo